“Questo disco viene dalla pazienza verso le asprezze della vita”. Si sente, già al primo accordo di Due. Uscito nel 2016 e distribuito da Audioglobe, registrato e mixato da Claudio Adamo al Fonoprint di Bologna, mastering di Claudio Adamo e Enrico Capalbo. Due è un album letale, firmato da un duo clamoroso che ha suonato sui palchi italiani insieme a nomi quali Zu, Bologna Violenta, Bachi Da Pietra, OvO, Storm{O}, Lili Refrain e Marnero, un duo che ogni volta riesce a garantire un’esperienza di ascolto piacevolmente traumatizzante, su disco e, soprattutto, dal vivo.
Quando incappi nei Cani Dei Portici (Claudio Adamo chitarra e voce, Demetrio Sposato batteria), magari mentre eseguono i brani di Due su un palco, ti senti di colpo in pericolo: qualcuno ti sta annientando a partire dall’udito, senti che ti sta rimproverando per ogni tua azione e per ogni tuo pensiero, puro o impuro che sia, non fa differenza, ti mortificherai per tutto. Tu, un bambino impotente, loro, due belve infettate da una rabbia che dilania. L’Orrore, c’è solo l’Orrore! I Cani impazziscono, latrano e corrono verso di te. Tenti la fuga: svolti dietro un angolo e ti senti quasi rincuorato. Forse sono al sicuro, pensi, “Cuore di tenebra” si è dissolta in un’atmosfera che fa sperare, forse sono salvo, non li sento più abbaiare… Sbagliato! I Cani arrivano. Ringhiano. Non riuscirò a salvarmi, pensi, arrivano! Sei una preda gratuita, una come tante altre, sei insignificante, forse non diventerai nemmeno cibo per cani. Rassegnati: ti sbraneranno e basta. “Vamonos”! un microfono vola giù dal palco e cade tra una massa umana inferocita, ormai idrofoba. Poi all’improvviso il rumore cala. I Cani sembrano di nuovo lontani. Senti un’altra schiarita sonora, e pensi di poter finalmente tirare un fiato. Ma scoppia “Buio”. Sei spacciato: il sound dei Cani Dei Portici è letteralmente schiacciante, colossale; non hanno alcuna pietà. Allora osservi il palco, “affranto”, e capisci che stai sbagliando, ovunque volgi lo sguardo non vedi che “Buio”. La ritmica martella incessantemente, è pesantissima, precisissima, si ferma, la tensione cresce, vieni colpito da un ictus: i Cani sono diventati elefanti. Arrenditi: “La gente deve capire”, mi dispiace.
“Jonio” chiude la strage, accompagnando quasi con dolcezza la tua rassegnazione. Infine scende il silenzio. Le orecchie ti fischiano, ma il corpo è ritornato e lo senti di nuovo tuo, sei illeso e forse è stato solo un incubo, ma ne dubiti. Ti senti ipnotizzato, calpestato. Esci a prendere aria, magari a fumare una sigaretta. Il palco è esploso, il locale è stato fatto brandelli, e tu sei in briciole. Rendi grazie per esserne uscito incolume, ma qualcosa in te non quadra, qualcosa è cambiato, lo senti ma non vuoi crederci. È inutile mentire a te stesso: desideri soltanto subire ancora i Cani Dei Portici.
(Dischi Bervisti / ToTeN ScHwAN records / Vollmer Industries / Santa Valvola Records / È un brutto posto dove vivere / L’Odio Dischi / Oh Dear Records! / Effetti Collaterali / Koe Records low profile distro / Longrail Records/ Audioglobe, 2016)
1. Intro
2. Cuore di Tenebra
3. Vamonos
4. Buio
5. La gente deve capire
6. Jonio