L’ultimo lavoro dei Deadly Carnage, Through the Void, Above the Suns (qui la nostra recensione), è uscito a fine marzo per la A Sad Sadness Song. E’ un album particolare nella carriera della band riminese. Ha avuto una lunga gestazione, c’è stato un cambio alla voce ed è un concept album. Abbiamo parlato con loro di questo e di tanto altro ancora. Buona lettura!
Ciao ragazzi e benvenuti su Grind on the Road. Inizierei a chiedervi della lunga e delicata gestazione di Through the Void, Above the Suns. Quattro anni, un ep di mezzo e un avvicendamento alla voce.
Effettivamente la gestazione di questo nuovo album è stata lunga e travagliata, ma questo non significa che non sia stata stimolante, anzi tutto il contrario. Abbiamo iniziato a comporre i brani nell’autunno del 2013, prima ancora che Manthe fosse pubblicato. Nel 2015 ci siamo fermati per qualche mese per dedicarci ai due brani di Chasm e durante le registrazioni di quest’ultimo Marcello ha deciso (pacificamente) di lasciare il suo ruolo di cantante per dedicarsi ad altri interessi. A quel punto ci siamo trovati a prendere delle decisioni, non da poco; cambio di cantante, rivisitazione di tutti i nuovi brani composti sino a quel momento e un cambio di tematiche nei nostri testi; un periodo intenso insomma, ma estremamente stimolante e con queste premesse Through the Void, Above the Suns ha trovato la sua dimensione.
So che avete anche dei progetti paralleli. Come hanno influito sulle tempistiche e sulla scrittura del nuovo album?
Tutti noi abbiamo altri progetti musicali, ma abbiamo dato sempre la precedenza ai Deadly Carnage, quindi non si sono mai verificati ritardi o impegni degni di nota, anche perché la maggior parte di questi progetti hanno un’attività piuttosto ridotta o comunque procedono molto lentamente. Solo gli Omega fanno accezione, per l’album d’esordio abbiamo lavorato in maniera piuttosto costante negli ultimi tempi, tuttavia siamo riusciti ad incastrare gli impegni senza grandi disagi, anzi è stato rigenerante lavorare costantemente su un progetto tanto diverso come gli Omega.
Through the Void, Above the Suns è un concept album. Di cosa parla esattamente?
In questo concept abbiamo immaginato il cosmo con un essere vivente che respira e compie il ciclo della vita esattamente come ogni altro, ma dopo la sua morte il ciclo riprende da capo e il cosmo prende un altro respiro. Abbiamo deciso di raccontare questo concetto con un viaggio che attraverso gli elementi del cosmo e le leggi che lo regolano; la materia, la luce, il tempo…
Come vi è venuta l’idea di elaborare un concept e com’è che avete scelto proprio questo?
L’idea è arrivata a composizione inoltrata, dopo il cambio dietro il microfono; in dieci anni di attività non avevamo mai composto un concept album, nonostante l’idea fosse nell’aria da tempo e visto che ci siamo trovati a dover portare un cambiamento nelle line-up ci è sembrato il momento opportuno, volevamo provare qualcosa di nuovo. A livello di tematiche in passato ci siamo sempre concentrati soprattutto sull’introspezione e sull’esistenzialismo, quindi tematiche umano-centriche, abbiamo quindi pensato di avventurarci verso territori differenti, qualcosa di lontano dalla vita di questo pianeta e il cosmo ci è sembrato l’argomento più adatto per portare avanti questa nostra idea.
Verso cosa sta virando la ricerca musicale dei Deadly Carnage?
Difficile dirlo, non abbiamo mai programmato i nostri cambi stilistici, si sono sempre verificati spontaneamente. Penso che sarà così anche in futuro, difficile rispondere a questa domanda, nemmeno noi sappiamo dove ci porteranno le composizioni future.
A me sembra che voi siate una band che asseconda molto una certa tendenza a creare immagini, quasi aveste uno stile marcatamente visivo. A ciò si aggiunga pure la meticolosa cura dell’artwork e del packaging.
Per noi musica e immagini sono due aspetti connessi in maniera indissolubile, la musica, di qualunque tipo innesca dei pensieri nella nostra mente, pensieri che possono essere ricondotti ad immagini e colori. Per noi è estremamente importante dare una dimensione visiva alla nostra musica e curare al meglio possibile questo aspetto. Penso che sarà sempre così.
Come mai su Ifene avete deciso di cantare in italiano?
Nei nostri album abbiamo sempre inserito almeno un brano in italiano, ci piace cantare in lingua madre e nonostante il cambio dietro al microfono abbiamo deciso di mantenere questa tradizione. Perché proprio Ifene? La ragione sta proprio nel suo titolo; il brano vuole mettere in relazione lo spazio al tempo, cercavamo quindi una parola che si adattasse a questo concetto, abbiamo subito pensato subito al termine inglese “Hyphen”, ma non ci piaceva come suonava, così abbiamo deciso di italianizzarlo (infatti Ifene è un termine di nostra concezione), da li a farlo diventare il brano in lingua madre il passo è stato breve.
Avete girato un videoclip per Divide, che è probabilmente un brano unicum nell’economia complessiva dell’album. Però mi sembra che ci sia stato anche un significativo divorzio con Montagna, direttore che vi ha seguiti a lungo.
Hai ragione, questo è stato l’unico video che non è stato curato da Danilo Montagna, ma il nostro non è stato un effettivo divorzio; motivi lavorativi e logistici (come la scelta della location e della protagonista e le tempistiche) non ci hanno consentito di collaborare con Danilo per la realizzazione di questo video, così abbiamo deciso di curare noi stessi il tutto dalla A alla Z, dalle riprese alla post produzione, è stata dura gestire il video in autonomia, ma è stato anche molto stimolante. E’ probabile che in futuro collaboreremo ancora con Danilo, che rimane comunque il nostro principale consulente per qualunque questione legata alle riprese video.
Avete presentato qualche giorno fa Through the Void, Above the Suns al Wave. Com’è andata e come vi muoverete per la promozione live dell’album?
Devo ammettere che è stato accolto molto bene un po’ ovunque, sia dalla critica che dai nostri supporters, la cosa più importante per noi però è che il concept che abbiamo sviluppato è stato capito e apprezzato. Attualmente stiamo progettando qualche data dal vivo per promuovere i nuovi brani.
Noi abbiamo finito. Grazie per il vostro tempo. Potete concludere come preferite.
Vorrei porre l’attenzione ad una sorta di “messaggio nascosto” inserito nelle immagini dell’artwork del nostro album. Chiunque ne ha una copia o chiunque abbia seguito le pubblicazioni delle immagini suoi nostri canali social può accorgersi di questo. Se qualcuno riuscisse a svelare questo “mistero” potrà comprendere meglio il concept trattato nei testi.. Chiunque voglia parlare con noi di questo aspetto è liberissimo di contattarci.