La band norvegese Oak dopo cinque anni torna con un nuovo lavoro dal titolo False Memory Archive, uscito sotto la Karisma Records. Questo disco presenta tinte dal colore malinconico, tenebroso e allo stesso tempo intimo, quindi dal sapore molto nordico.
Il sestetto norvegese rispetta pedissequamente quanto detto nella nostra breve introduzione già dalla prima traccia “We, The Drowned”. Fin da subito quel senso di inquietudine pervade l’ascoltatore, amplificato dalla splendida voce del cantante Simen Valldal Johannessen. Per tutta la durata della loro opera si percepisce una struttura atmosferica degna di nota, infatti le tastiere ed il mellotron duettano quasi incessantemente regalando degli spunti molto divertenti. Il brano più interessante del lotto è “The Lights” dalla durata di dieci minuti. Pezzo dalle due anime, una che “prepara” l’ascoltatore contagiandolo di angoscia e poi la seconda dall’aspetto più muscoloso e distorto. Per darvi un paio di coordinate, i rimandi sono al primo disco Opeth 2.0, cioè Heritage. Ascoltando la loro proposta ci siamo soffermati ad ammirare il loro perfezionamento rispetto al prog folk degli esordi.
Questi cinque anni non sono passati inutilmente, anzi ci hanno regalato una band molto più matura e saggia rispetto agli esordi. Questo disco non passerà di certo inosservato agli amanti di queste sonorità tristi e malinconiche dalle sembianze quasi dark. Ottimo e gradito ritorno sulle scene.
(Karisma Records, 2018)
1. We, the Drowned
2. Claire de Lune
3. False Memory Archive
4. Lost Causes
5. Intermezzo
6. The Lights
7. There Are the Stars We’re Looking for
8. Transparent Eyes
9. Psalm 51