Vi sono dischi che rimangono vergognosamente underground e Pilgrimage ne è un esempio eclatante. Primo e unico album dei cechi Vuvr, questo piccolo gioiello avrebbe sicuramente meritato più attenzione ma per vari motivi perlopiù sconosciuti – sicuramente anche per la dicotomia band dell’Est Europa-fama internazionale – non ha mai raggiunto la sufficiente e meritevole fama. Per quanti hanno la passione per il death metal contaminato col jazz Pilgrimage appare quasi un gioco all’inverso, ovvero una struttura jazz contaminata da influenze tech death anni ’90. Per concepire questo ottimo lavoro basta in realtà pensare a tre elementi ben bilanciati: un sound tech alla Pestilence di Spheres (critica incoming: come avrebbe dovuto suonare!), voce e grinta alla Gorguts pre-Obscura e infine svariati intermezzi e divagazioni prettamente jazz/fusion (notevole e molto originale pure il sax in “Waves”).
Dati tutti questi elementi, l’ottima amalgama sonora e il gusto sopraffino dei nostri, anche se questo viene un pelo meno in quanto a originalità nelle sezioni death, viene spontaneo chiedersi il perché di un così scarso successo o perlomeno di una così scarsa visibilità. Invitiamo chiunque a recuperare questo gioiello, anche se poco predisposti alle sonorità death vecchio stampo, perché in fin dei conti di questo si tratta. Pilgrimage suona comunque molto attuale nonostante gli anni che sono intercorsi, e rimane un esempio delle capacità camaleontiche del metal come genere, nonché di quanto (frase non nostalgica, occhio!) i musicisti degli anni addietro fossero in un qualche modo più coinvolgenti e meno timorosi di sperimentare rispetto a oggi, periodo in cui è invece frequentissimo imbattersi in forme standardizzate e cosiddette moderne, che sarebbero da definirsi piuttosto monotone e imbolsite.
(Shindy Productions, 2001)
1. Fear
2. Bask In Myself
3. Autumn
4. Garden Of Consciousness
5. Longing
6. Passion
7. Waves
8. Pilgrim I
9. Surprised By Pleasure
10. Pilgrim II