Gli Akrotheism nascono ad Atene nel 2014 dalle ceneri di una band decisamente esperta quali gli Astral Aeon, fondati nel 2002. Il quintetto ellenico, al secondo full-length, è dunque band dalla solida esperienza e questo Law of Seven Deaths lo conferma ampiamente.
La scena estrema della Grecia è notoriamente ricca, in particolare quando si calpestano territori black metal; e gli Akrotheism non fanno eccezione. Non dovete aspettarvi però degli epigoni dei Rotting Christ o, sul versante più sinfonico, dei Septicflesh: perché in questo caso l’ispirazione viene piuttosto dal profondo nord, per la precisione dalla scena islandese (Svartidauði, per fare un nome) e, in parte, da progetti ermetici come Esoctrilihum e Akhlys. Insomma, la proposta degli Akrotheism è decisamente più cervellotica e sperimentale del “canonico” black metal, e tange talvolta il death metal gorgogliante e cacofonico di Altarage e Portal. Siamo dunque di fronte a un estremismo senza compromessi, fortunatamente dall’alto livello sia compositivo che esecutivo. Si possono criticare alcune scelte in fase di mix (una maggiore pulizia avrebbe forse giovato al sound complessivo), ma si tratta di una scelta consapevole della band che va rispettata. Tra i pezzi si segnalano in particolare “Manifesting Tartarus” (nel quale il vocalist Aeon si cimenta, qui come altrove, in voci pulite baritonali di un certo effetto), la luciferina “Virtue of Satyr” e la stratificata “Skeptomorphes”, la più lunga del lotto (oltre dodici minuti) ma forse anche la più riuscita.
Law of Seven Deaths non è un disco facile, ed è destinato a chi esige dalla musica estrema una dimensione ieratica e quasi catartica, pur in un contesto di caos controllato.
(Osmose Productions, 2019)
1. Typhonian Serpents
2. Manifesting Tartarus
3. Desmotropia
4. Virtue of Satyr
5. Oracle Mass
6. Skeptomorphes
7. En