Quello dei Thørn è un altro interessante progetto, con base a Milano, tra le più recenti proposte a livello di musica estrema italiana, e vede in line-up membri di band che hanno dato tantissimo negli ultimi anni (Lamantide, Calvario, La Fin e If I Die Today). Il loro omonimo EP d’esordio,omonimo, è uscito lo scorso anno, per Indelirium Records.
Come per altri casi, anche qua la soluzione di un EP come prima uscita ufficiale sembra funzionare. Come cartolina di presentazione, sicuramente, come antipasto o biglietto da visita, come una fotografia che restituisca la situazione dello stato dei lavori. Ma senza voler togliere, con ciò, nulla al valore intrinseco di un buon lavoro che consiste in cinque tracce. La prima, “Open the Gate of Hell”, è l’introduzione che ha il compito di acclimatarci alle atmosfere generali dell’album: un caotico trionfo di urla deliranti e la sensazione palpabile che stiano sul serio per aprirsi delle porte che farebbero meglio a restare sigillate. A parte “Sun Will Never Rise” lasciata così, nella sua cruda violenza, senza che ci si curi di stare lì a imbellettarla troppo, gli altri tre brani superano i tre minuti e riescono così a snodarsi tramite soluzioni discretamente complesse tra sfuriate ventose, cascate di ceffoni e affondi letali e assestandosi nei territori di un blackened hardcore ferino e intensissimo e che, soprattutto, dato pure il tempo a disposizione, riesce a declinarsi pure tramite pesanti pedate sui denti di impronta crust come pure momenti più sludge oriented.
Thørn non è la classica fotocopia à la page, ma esibisce, senza volgari ostentazioni, le lezioni delle diverse esperienze delle line-up, tenendone conto, tenendo conto pure dei maestri, of course, ma senza sottostare a nessuna autorità e modellando la loro materia musicale in maniera tale da rendere verosimili ulteriori margini di miglioramento. Da tenere d’occhio.
(Indelirium Records, 2018)
1.Open the Gate of Hell
2.Your God is Dead
3.Nahua
4.Sun Will Never Rise
5.Burn the Throne