Questo è solo chaos. Non potevano scegliere titolo migliore gli Haram per il loro primo disco (dopo due EP e uno split con i concittadini La Deriva), perché di caos ce n’è davvero in abbondanza; un caos però pianificato a tavolino, proprio come un attentato. Nel contempo, tuttavia, è un titolo riduttivo, perché il trio torinese dimostra nelle otto tracce del full-length di saper creare qualcosa di davvero interessante e tutt’altro che incomprensibile.
Rispetto al precedente EP, significativamente intitolato Lo sgretolamento (delle strutture musicali), gli Haram fanno infatti alcuni decisi passi in avanti verso una più intelligibile forma-canzone, sebbene rifuggano sempre dalle classiche strutture del tipo strofa-chorus-bridge. Anche grazie alla versatilità vocale del vocalist e bassista Nicola Ambrosino, i torinesi riescono a far trapelare molte influenze, tutte rimescolate con personalità: l’opener “Questo è solo chaos” è una mazzata tra grind e crust, la successiva “Terra” strizza dapprima l’occhio al noise muscolare di Daughters e These Arms Are Snakes per poi progredire verso la violenza belluina nientemeno che dei (fu) Gaza; “Astio” potrebbe dirsi un pezzo di sludge alienante (e alienato); “Solo” (la traccia più lunga del lotto, oltre sei minuti) procede come un ubriaco con la sbornia molesta tra feedback e convulsioni ritmiche trascinate dalla batteria del nuovo drummer Utku Tavil, decisamente poco incline alla linearità, ma è anche il pezzo che ricorda maggiormente la propensione verso il drone dei “vecchi” Haram insieme all’incipit della successiva (notevole) “Ansia”. Insomma, il menù è decisamente vario. Come avete capito dai titoli delle canzoni, i testi – brevi, semplici, secchi – comunicano fondamentalmente alienazione e disgusto.
In questo calderone di influenze e andature sghembe, gli Haram non perdono mai una compattezza di base (anche grazie a una buona scelta di suoni e nel missaggio) che, in fin dei conti, consegna allo stordito ascoltatore un disco omogeneo, mai noioso né scontato. È difficile dire verso quale direzione si dirigerà il trio piemontese nel prossimo futuro: ci consegna intanto una delle uscite più interessanti del panorama italiano di quest’anno, capace di smarcarsi da molti dei cliché che, purtroppo, infestano anche l’underground che si vuole più alternativo.
(Dio Drone, Toten Schwan Records, Mother Ship Records, Drown Within Records, Tifone Crew)
1. Questo è solo chaos
2. Terra
3. No Boat
4. Astio
5. Solo
6. Ansia
7. Post Odio
8. Hoppressione
9. Hoppressione (presa diretta)