Un buon primo album e poi il silenzio. La carriera degli Impavida sembrava finita precocemente dopo l’uscita di “Eerie Sceneries”, piccola gemma relegata all’underground della scena tedesca che per avere un successore ha dovuto aspettare oltre un decennio. Ci troviamo qui, infatti, a undici anni di distanza a parlare di Antipode, con molta curiosità di esaminare se il tocco dei tedeschi sia rimasto immutato o meno.
Quattro tracce, due dalla durata notevole e due che potrebbero venir viste come semplici intermezzi ma riescono a dare di più, diventando parte essenziale dell’intero lavoro. Si presenta così il disco, nascondendo dietro ai quaranta di musica del black metal nella sua forma più cupa. Di tempo ne è passato molto, ma l’atmosfera che si crea ricorda chiaramente il debutto, e non fa pesare l’attesa che ci è voluta tra le due produzioni. Un ascolto denso, che in certe frangenti riesce a rimandare al celebre Leviathan per la capacità di catturare l’ascoltatore e di inondarlo di inquietudine.
L’approccio è fin da subito diretto e furioso, il cantato straziante fa gelare il sangue nelle vene, mentre le parti strumentali ereggono un muro di suono mastodontico. Le idee dietro al disco non rimangono immutate: in diversi frangenti si passa da un’aggressività sregolata a settori in cui delle influenze vicine all’ambient prendono il sopravvento, aggiungendo un senso di mistero e angoscia alle composizioni. Non mancano nemmeno le somiglianze con il depressive black, che, velatamente, si fanno sentire in “Demons’ Eerie Flutes Accompany with the Decay of Corpses Defiled”, primo brano, il quale racchiude l’essenza più dissonante e grezza della proposta.
Continuando, l’indole dei Nostri si manifesta più diretta e schietta, avvicinandosi ai cliché del black metal classico, ma senza fare in modo che gli elementi esterni svaniscano completamente.
Dopo la conclusiva “Towards the Pyre”, outro dal sapore ambient, si può affermare con sicurezza la validità di questo lavoro firmato Impavida. I due tedeschi hanno preso ispirazione da vari artisti per ritrarre il loro stile, senza farlo mai eccessivamente, e insieme alla giusta dose di preparazione sono riusciti a comporre un album che ha sicuramente qualcosa da dire nella scena attuale.
(Ván Records, 2019)
1. Demons’ Eerie Flutes Accompany with the Decay of Corpses Defiled
2. Corpse Devourer
3. The First Flame Initiates the Cleansing of Putrid Terrestrial Spirits
4. Towards the Pyre