“Girls’ Got Rhythm” urlavano gli AC/DC, ed effettivamente molte donne lo hanno dimostrato grazie alla presenza massiccia del gentil sesso nel mondo musicale, in particolare quello estremo. Nate nel 2014 (come quintetto), le bolognesi Hyle dopo diversi cambi di formazione arrivano alla pubblicazione del vero e proprio debutto chiamato Weapons I’ve Earned che segue il 7” Malakia di qualche anno prima. Divenute ora quartetto (con al basso il nuovo innesto Matteo) le ragazze proseguono la loro strada sonora a base di crust infarcendolo però con corpose dosi di death metal e stenchcore rendendo il tutto ancora più devastante e violento ma senza dimenticare la giusta dose di sperimentazione.
Già l’opener strumentale “No Other Choice” mette le cose in chiaro grazie a delle mazzate sonore a profusione dove la sezione ritmica mette subito i muscoli in mostra (il basso poi sarà spesso sotto una luce particolare). Dalla seguente “Weapons I’ve Earned” la chitarra si prende uno spazio più consistente sparando riff a mitraglia ed accompagnata dall’onnipresente basso/batteria che deflagrano tutto e tutti. C’è molto death metal primordiale in questo disco, in versione old school, sputato in faccia senza risentimento ma sempre con una personalità particolare e lo si nota in molti anfratti del disco, come la stordente “Numb” piena di punk rumoroso e tanti cambi di tempo oppure la più ragionata “Holding My Breath” con una varietà di suoni non indifferente che mescola andamenti più marziali a rasoiate crust alla Disfear con una voce urlata sempre più catramosa. Per non farsi mancare nulla compaiono anche degli innesti thrash metal; “I’m A Slob” parte lenta per poi avviare la distruzione in un tornado sonoro grazie ai suoi giri alla Slayer mentre “Visions” rappresenta un infernale treno in corsa massiccio come un asteroide, con la batteria ed il basso a scambiarsi veri e propri pugni in faccia. Le rimanenti “Ancestors” e “Flesh” ribadiscono il concetto presentandosi come dei martelli pneumatici pronti al massacro senza il bisogno di inutili tecnicismi o orpelli. E’ un disco che scorre benissimo, appassiona e gasa senza dimenticare la violenza ed allo stesso tempo la voglia di osare qualcosa di differente ed il fatto che siano quasi tutte ragazze fa capire quanto sia più importante la sostanza che non la mera apparenza, invero quest’ultima troppo sfruttata nel panorama metallico.
Passione, sudore e tanta voglia di suonare, questo sono le Hyle. Disco consigliatissimo a tutti gli appassionati di musica estrema, e soprattutto a chi crede che le donne non sappiano suonare!
(Fresh Outbreak Records, Calimocho Autoproduzioni, Bright Future, Scull Crasher, Shove Records, 2020)
1. No Other Choice
2. Weapons I’ve Earned
3. Numb
4 . Holding My Breath
5. I’m A Slob
6. Visions
7. Ancestors
8. Flesh