Scaphoid è il moniker utilizzato dal polistrumentista texano Matt Hobart, che propone un prog metal strumentale molto interessante: nulla di innovativo, ma che vale la pena ascoltare. Quindi mettetevi comodi, cuffie in testa e si parte con Absent Passages.
Il disco, licenziato dalla Shunu Records, esordisce con “Marauder”, seconda traccia più lunga dell’intero lotto. Si viene immersi immediatamente nella proposta dell’eccellente musicista Hobart. Arpeggi melodiosi che mano a mano aumentano di intensità fino a diventare dei solidi riff granitici molto tecnici. Fin da subito notiamo con piacere un ottimo basso, che non svolge il compitino, ma viene esaltato dalla proposta progressive del disco. Ottimo inizio. In generale le parti, per così dire, melodiche ricordano molto gli Opeth di Damnation. Ma le influenze dell’artista non finiscono qui, infatti si possono apprezzare riferimenti a Steven Wilson, Meshuggah e addirittura ai Pink Floyd. Altri brani che hanno lasciato il segno in noi sono “Melpomene”, “Coldness Of Clarity” e la conclusiva “Infrastricken”. Brani diversi, ma fatti della stessa anima e da un flusso continuo di emozioni e sensazioni.
In poche parole, Absent Passages è un album che tiene alta l’attenzione dell’ascoltatore e come primo full length non è per nulla male. La produzione è stellare ed è suonato molto bene: il caro Matt Hobart potrà deliziare tutti i progster con la sua proposta.
(Shunu Records, 2020)
01. Marauder
02. Shores Of Ruin
03. None So Blind
04. Melpomene
05. Celestial Ego
06. The Coldness Of Clarity
07. The Narrows
08. Infrastricken