Gli Open Hand sono un gruppo alternative stoner rock formatosi a Hollywood in California nel 1997. Il loro sound iniziale riprende tutta la scena underground anni 90, con tinte grunge fino ad arrivare a strutture più dirette di matrice hardcore punk. Per mantenere sempre un impatto emotivo melodico e orecchiabile. Il loro maggior successo si conferma con il lavoro You and Me del 2005, che li lancia in maniera sicura e definitiva. Con questo nuovo lavoro Weirdo, il quarto sigillo della loro carriera, prodotto per l’etichetta americana Blacktop Records, si prosegue con quanto fatto in passato, con un insieme di sonorità sporche e dissonanti.
“The People’s Temple” apre questo interessante disco con una voce angelica e amplificata su grandi atmosfere mistiche, il brano si presenta in stile tribale e dal riff tagliente. Per aumentare il valore della composizione viene aggiunto un pianoforte notevole suonato da Kyle Hamood. A seguire il basso ruvido di “It Takes Me” avvolge una struttura surreale dove i due sassofoni inseriti, fanno un lavoro enorme sulle linee vocali sussurrate, per rendere il brano ancora più ricco e incantevole. “Again?” si lancia in modo uniforme su un paradiso addormentato, per rendere omaggio a gruppi old school verso un grunge malinconico. Nel ritornello la voce portante del leader e chitarrista della band Justin Isham completa la traccia in modo preciso e ricercato. Invece il sound anni ’80 che tende all’electro wave di “Like I Do” cresce d’intensità per la grande sperimentazione degli strumenti a fiato e il pianoforte che si abbandona a un passaggio complesso. Sembra di ascoltare un incrocio tra un brano dance e una hit stile indie rock. L’insieme ben riuscito rimane impresso nella mente, grazie al suo timbro ipnotico. Sulle note di “Return” ci rilassiamo dolcemente, per una cantilena dal sapore personale. Lisa Loeb collabora nelle seconde voci alzando il valore del brano, l’ambiente sprigiona una purezza sensibile e luminosa. Mentre nella successiva “In My Way” viene messa alla luce la giusta carica di adrenalina, sul giro punk rock melodico che collega la surreale “I Think So” su un groove ritmato ma ripetitivo. Nel finale la distorsione graffiante dà una svolta al brano. Verso la fine ci soffermiamo sulla take “Loved” dove troviamo il secondo ospite di spessore Brittany Snow e la sua voce incredibile che si collega con grande tenacia all’interno dell’opera. Un ennesimo esperimento meticoloso e importante. Prima di chiudere ci abbandoniamo nelle sonorità di “Chances” che parla di cambiamenti fondamentali in ognuno di noi, per ritrovare la speranza. Il tutto viene stravolto da un sussulto carico di rabbia e odio. Il brano migliore di questo disco. Infine chiudiamo con “Draw the Line” e le stupende melodie sognanti stile A Perfect Circle dei primi album. Una fine matura e inconfondibile.
Gli statunitensi hanno tirato fuori anche questa volta una perla formidabile, l’infinità di emozioni che prendono vita al suo passaggio sono da brividi lungo la schiena, lasciando una gran voglia di ascoltare all’infinito questo lavoro nato da una bellezza interiore invidiabile.
(Blacktop Records, 2021)
1. The People’s Temple
2. It Takes Me
3. Again?
4. Like I Do
5. Return
6. In My Way
7. I Think So
8. Loved
9. Chances
10. Draw the Line