Quando si parla di Brasile, normalmente il pensiero va subito al Carnevale di Rio, ai calciatori e alle spiagge assolate; chi mastica metal non può non collegare il nome Brasile ai Sepultura; i palati più fini sanno che esistono una marea di band underground nel vastissimo territorio carioca. Nella scena di Sao Paulo non si possono dimenticare i seminali Ratos De Porao, autori di un crossover/thrash di denuncia o il death/thrash tutto al femminile delle Nervosa; proprio da questa stessa città provengono gli Anarkhon. Attivi dal 1999, hanno fin qui pubblicato tre album di death metal classico dalle tematiche gore e splatter; il loro quarto disco traccia una linea di confine con il passato, basandosi su tematiche di lovecraftiana provenienza e di orrore cosmico: Phantasmagorical Personification Of The Death Temple, pubblicato su CD e in digitale il 10 settembre 2020 dalla brasiliana Soul Erazer Records (già etichetta dei black/thrasher Power From Hell), è stato finalmente pubblicato in formato vinile dalla francese Debemur Morti Productions, sempre attenta alle varie sfaccettature del black e del death metal.
Il quartetto formato da Aron Romero a voce e chitarra, Kleber Hastur alla chitarra, Jean Raimi al basso (tutti e tre compagni di band anche nei Power From Hell) e Wellington Backer alla batteria (ex membro live proprio dei Power From Hell) ci conduce in una caduta libera negli abissi più profondi, negli anfratti putridi dei nostri incubi più sinistri, con un suono corposo e potente che schiaccerà chiunque ascolti il disco, trasportandolo in mondi fin qui sconosciuti attraverso brecce spazio/temporali.
I brani sembrano scritti direttamente dai Grandi Antichi, tanta è la maestosità e l’atmosfera maligna che serpeggia durante i 40 minuti di durata dell’album; le tracce sono sette evocazioni di entità primigenie occulte che credevamo esistere solo nelle nostre più profonde angosce e turbamenti. Stilisticamente, il loro è un death metal old school rivisto in chiave atmosferica (ogni tanto echeggia qua e là l’influenza dei Morbid Angel, maestri incontrasti del death metal lovecraftiano), con un’alternanza in egual misura di violenza pura e rallentamenti simil-doom, riff melodici e taglienti e una voce gutturale come non mai, quasi vomitata direttamente dagli abissi di R’Lyeh; possiamo paragonarli a Blood Incantation, Universal Estranged, Fractal Generator e piaceranno sicuramente a chi ama il death metal più oscuro ed enigmatico. A partire dall’iniziale “Dimensional Incantation”, introdotta da oscure invocazioni e voci remote per poi sfociare in una scarica di inquietante brutalità, fino alla conclusiva “Poisoning The Air With Abysmal Presences”, il cui caos controllato ha un sapore vagamente black metal infarcito di drammaticità, ogni brano scorre liscio e leggero, in contrapposizione con la pesantezza di suono ed atmosfera, anche grazie alle melodie chitarristiche (come nel lungo assolo che apre “Assuming The Grotesque Form Of The Nightmare”).
Gli Anarkhon sono abilissimi a creare una malsana atmosfera di tensione, facendo rimuginare chi li ascolta sulle proprie paure e fobie, lasciando dietro un retrogusto di tombe antiche e primigenie entità distruttive e l’angosciante sensazione che possiamo provare solo nei primi secondi dopo il risveglio da un incubo. Preparatevi ad entrare in un regno fatto di incubi, in una dimensione parallela infestata da presenze allucinanti e arcaiche; svegliarsi non serve a niente, la vostra anima è comunque destinata ad essere schiacciata.
(Debemur Morti Productions, 2021)
1. Dimensional Incantation
2. Far Beyond Blood & Death
3. Assuming The Grotesque Form Of Nightmare
4. Ancient Tomb
5. Phantasmagorical Personification Of The Death Temple
6. Asymmetrical Chaos Spitting Stellar Graves
7. Poisoning The Air With Abysmal Presences