Gli australiani Dumbsaint, di cui ci eravamo già occupati in merito all’ultimo, ottimo Panorama, In Ten Pieces (2015), hanno esordito nel 2012 Something That You Feel Will Find Its Own Form. Per festeggiare il proprio anniversario, l’etichetta connazionale Bird’s Robe Records ha recentemente ristampato l’album, così come avvenuto per altre band seminali del proprio roster. Nel suo esordio la band post-rock/metal strumentale di Sydney, allora un terzetto, si lascia andare a melodie coinvolgenti e strutture complesse ma davvero notevoli, per un lavoro di grande impatto emotivo.
L’album si apre con la stupenda “Rivers Will Be Crossed” e il suo giro di basso ipnotico che apre a una bellezza disarmante e viaggia sul tempo irregolare della batteria, fino a cullarsi dolcemente sull’arpeggio mistico della chitarra creando un’esplosione violenta nel finale. Segue la grinta rabbiosa di “Cinematic”, che dopo il passaggio iniziale energico si lascia andare a un percorso maturo e delirante, impreziosito dal muro di suoni pazzesco e il basso che, come una scheggia impazzita, si abbatte su un tiro rilassante nella chiusura. Invece sulle note della seguente “Lying in Sign” prende vita una danza rituale, con un passaggio ruvido in stile indiano. Sul bridge si accelera la corsa scagliando colpi precisi su una composizione preziosa. Seguono due brani tra loro molto diversi: la delicatezza unica di “Don’t Forget to Bring Down the Sky” disegna parabole melodiche su una struttura ricercata e tecnica, mentre “Int. Cheerless Room. A Man is Scared” lascia spazio al riff pesante iniziale, per poi sperimentare un cambio amplificato a dovere da una voce narrante misteriosa. Il resto del brano procede complesso e martellante in perfetto groove post-metal, avvicinando l’orecchio ai primi lavori dei Caspian. “Inwaking” è una traccia leggera, incentrata sull’arpeggio incantevole e la sezione ritmica corposa, che esplode all’improvviso sull’atto conclusivo che dilania l’ambiente. Prima di chiudere ci soffermiamo sull’opera più lunga di questo disco, “She Was His” dove viene messo a confronto tutto il valore tecnico di questi ragazzi, che in ogni schema giocano su distorsioni infinite e una carica immensa. Uno dei brani più completi e riusciti di tutta questa fatica. Conclude “I Am an Image”, dal gusto personale e sensibile, per un viaggio che arriva ai confini del mondo.
Something… è disco immenso che denota ampie capacità musicali, di cui i Dumbsaint hanno in seguito dato conferma con le uscite successive. Un album da riascoltare con grande attenzione.
(Bird’s Robe Records, 2021)
1. Rivers Will Be Crossed
2. Cinematic
3. Lying In Sign
4. Don’t Forget to Bring Down the Sky
5. Int. Cheerless Room. A Man is Scared
6. Inwaking
7. She Was His
8. I Am An Image