Il progetto post-rock strumentale What Aleph Said nasce a Losanna, in Svizzera. Le loro origini arrivano da molto lontano e affondano le radici nelle sonorità complesse, fino a toccare ambienti progressive che tendono allo stoner. Questo nuovo album Aeonia è stato prodotto durante il periodo pandemico, quando il mondo viveva una situazione difficile e surreale. Gli svizzeri non hanno perso lo spirito, mettendo su un lavoro intenso e ricco di spunti, nelle cui cinque tracce si percorre una strada ben precisa, che fonde le diverse influenze della band in un’opera speciale e luminosa. Il disco viene rilasciato sotto l’etichetta americana Fluttery Records e vede la preziosa collaborazione dell’artista visionaria Eva Marzi, seguendo il grande impatto visivo già affrontato nel primo EP. Il nome di quest’opera infine rispecchia l’idea di permanenza, che si nota già con il nome stesso della band, ed è l’insieme dei vari stati d’animo, che vanno ad unirsi sopra una luce leggera e sofisticata.
L’album si apre con un brano lungo e sperimentale, “Aorta”, che lascia un segnale netto e viaggiante sulla struttura, invitando la mente a liberarsi dai pensieri negativi. Il sound melodico della ritmica si culla dolcemente con l’arpeggio virtuoso della chitarra e si sposa alla perfezione con la base di fondo quasi math-rock. Poi all’improvviso esplode un riff prog metal che cavalca un’onda furiosa e si unisce al solo monumentale della chitarra. La composizione infine si chiude nel caos complesso e dissonante. Segue “Elephant” e il suo tiro stoner, con una progressione di cambi più ritmati e veloci, che lasciano spazio a melodie più ampie, avvolti nella desolazione di un luogo incantato. Un brano magnetico che rimane ben impresso nella testa, grazie al suo ritmo contagioso. “Introspection” invece mette in luce le chiare emozioni della band, che adora spingere oltre ogni aspettativa il proprio studio tecnico. La tematica del brano è a tinte indiane e il basso corposo lancia segnali di follia ad ogni nota portando un tempo lineare, che accelera durante il suo crescendo per poi spegnersi e rallentare nella parte centrale del pezzo. Solo nel finale torna la rabbia aggressiva. Verso la chiusura ci soffermiamo su “Nostalgic”, una traccia più classica e precisa che ci ricorda molto le suite ariose in stile This Will Destroy You, dove si va alla ricerca di mondi sospesi sotto una notte carica di sentimenti. Chiudiamo con gli arpeggi elettrizzanti di “Pyra” che si lascia andare a un giro martellante della batteria e alle chitarre malinconiche da brividi.
Aeonia è un gran disco fatto con il cuore, dove ogni idea cresce nell’arco della sua durata, sviluppando un senso di conforto notevole al suo ascolto. La band colpisce in pieno e soddisfa gli obiettivi prefissati, con una qualità importante e invidiabile.
(Fluttery Records, 2021)
1. Aorta
2. Elephant
3. Introspection
4. Nostalgic
5. Pyra