La band Ropes of Night fa il suo debutto discografico con il primo full length Impossible Space, prodotto per l’etichetta tedesca Golden Antenna Records, mettendo in risalto un sound post-punk europeo, fino a spostare il suo stile al periodo musicale anni ’80. Pur non creando niente di nuovo, e forse rischiando di apparire come già sentito, questo disco lascia un segnale forte e di grande qualità. Il progetto nasce a Colonia e dopo aver subito un brusco cambio di line-up con l’abbandono del vocalist, il bassista Thomas Schindler prende il comando alla voce, nel loro percorso oscuro prendono piede composizioni lineari e delicate, dove la linea vocale fa da padrona su tutto il resto.
Il brano di apertura “Another Closing Door” lascia spazio a una voce registrata in sottofondo e d’improvviso il tiro punk new wave, si abbandona subito al groove corposo di basso e batteria, che sul ritornello sprigionano una luce ricercata, per un brano che non fa una piega e appare come un classico dei monumentali New Order. Segue il riff roccioso di “The Whispers” per un’insieme di distorsioni dissonanti e meticolose, fino ad incontrare il cambio finale che spezza in due la composizione, rendendola diversa e particolare. “Perfect Prison” invece ha un cambio di rotta incredibile e la malinconia si apre al suo mondo nascosto, l’arpeggio stupendo della chitarra si avvolge alla seconda voce, per una traccia morbida, ricca di sonorità dark. La cavalcata danzante della seguente “Vanishing” immerge i nostri pensieri sopra nuvole leggere, alla ricerca di un distacco definitivo dalla realtà, un ennesimo brano semplice e orecchiabile. Il disco rallenta il percorso su una melodia priva di emozione, con la struggente “The Drowning Lesson”. Un brano che trasmette un attimo di smarrimento, per una storia drammatica e personale. Poi per fortuna torniamo ai ritmi più energici e rumorosi sulle note ruvide e dirette di “What’s Done is Done”, che nonostante sia un pezzo ampio e ben scritto, non lascia niente di speciale al suo ascolto. Ci riprendiamo in modo netto con la chitarra aggressiva di “Lunacy By Which We Kneel” che si lancia in un vortice sordo e il tiro spedito delle chitarre. Verso la chiusura “Strange Moons” a piccoli passi culla l’ambiente delicato, illuminati da una luna opaca. Sulla voce sempre calda e ben studiata di Thomas si contorce un luogo che subisce il suo continuo mutamento e collega il brano di chiusura “If Death Was a Colour” su un’esplosione raggiante di distorsioni. Uno dei brani migliori che chiude questo esordio in modo impeccabile.
Impossible Space parla con il cuore in mano, avvolti a un’anima triste che trova il suo giusto coraggio nell’affrontare la vita. I ragazzi di Colonia mettono su un piccolo mosaico di canzoni sensibili che tendono al pop, senza mai tralasciare il mood principale post-punk di grande fattura.
(Golden Antenna Records, 2021)
1. Another Closing Door
2. The Whispers
3. Perfect Prison
4. Vanishing
5. The Drowning Lesson
6. What’s Done is Done
7. Lunacy By Which We Kneel
8. Strange Moons
9. If Death Was a Colour