Il buon Selvans se n’è uscito a distanza di tre anni dal bellissimo Faunalia con questo nuovo EP dal titolo Dark Italian Art. Un EP che si aggiunge alla discografia fatta di piccole perle del progetto abruzzese, che contiene un po’ di cose di cui parlare.
Sarebbe senza dubbio ingiusto iniziare questa recensione senza fare una precisazione: quando le band citano il prog italiano, tutti all’avancarica con Area, PFM, Delirium, Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme e toh, anche i primi Pooh (per chi non lo sapesse: i Pooh nascono come band progressive), ma mai, mai si citano i Metamorfosi. Selvans lo ha fatto e per questo si piglia tutto il mio rispetto. All’interno del breve lavoro possiamo trovare due cover (eseguite splendidamente) della suddetta band: “Introduzione” e un medley dell’intero disco Inferno. Troviamo anche una cover dei Death SS, quella magari evitabilissima, ma si può anche sorvolare, anche se va detto che nel complesso contribuisce a una bella atmosfera globale. Ciò che importa di più, comunque, sono i pezzi originali, che in questo EP sono esattamente tre. Per questo breve lavoro Selvans ha quasi abbandonato (per poi riprenderlo in futuro? Chissà…) la componente folk nella sua musica. Devo dirlo, il suo black metal intriso di sonorità folk e pagan non mi è mai dispiaciuto, anzi, Clangores Plenilunio credo di averlo ascoltato decine di volte, ma oggi lui torna con un black metal molto diverso, questa volta arricchito di un progressive settantiano che sa di Goblin e di New Trolls dell’epoca Searching for a Land. Però bisogna fare attenzione a leggermi perché senza dubbio ci sono i momenti in cui black e prog sono mescolati con cura e armonia, ma più che altro diciamo che ci sono le parti black, che sono come al solito belle ruvide e atmosferiche, con un’efficacissima voce che ricorda il compianto Dead e le parti più prettamente prog, tra l’altro molto belle ed evocative, si avverte una solida passione per il genere. Detto questo, siamo di fronte a un lavoro di Selvans, quindi più o meno sappiamo cosa aspettarci, ossia un disco sperimentale, mai scontato e generalmente pieno di chicche interessanti per chi cerca del black metal che sappia sia di classico che di insolito, caratteristiche che troviamo in particolar modo nel brano “Iò Pan”. Ultima nota per me molto importante: questo disco vede la collaborazione di Luigi Musolino (autore di narrativa horror italiano) per la creazione di Corvo Morto, un personaggio che tornerà a quanto pare in futuro nei testi di Selvans.
Detto ciò: gran bel disco, ma un po’ breve considerato che per metà sono cover. Senza dubbio è un tassello in più che non può mancare ad un affezionato del musicista, però insomma, una volta finito l’ascolto lascia quella sensazione tipica di quando sei a tavola e hai mangiato il primo, per poi scoprire che l’arrosto non era in programma e tu resti con ancora un po’ di fame. Si spera nel futuro.
(Avantgarde Records, 2021)
1. Introduzione (Metamorfosi cover)
2. Verrà Corvo Morto
3. L’inferno (Metamorfosi cover medley)
4. The Hanged Ballad (Death SS cover)
5. Iò Pan!
6. L’Errante