Dietro il moniker Clouds si nasconde un progetto anglo-romeno guidato dal polistrumentista Daniel Neagoe, che nel corso del tempo ha ampliato i membri afferenti alla sua creatura fino ad arrivare agli attuali sei elementi. A questi si aggiungono poi un paio di graditi e noti ospiti che vedremo più avanti. I Clouds suonano quel tipo di doom metal tanto caro ai romantici dai cuori infranti, ai poeti di questa musica oscura e opprimente che sa però anche essere incredibilmente evocativa e struggente. Non a caso i numi tutelari dei Nostri sono gli alfieri del doom più elegante e malinconico: ascoltando le sette tracce che compongono il qui presente Despărțire (sul web traslitterato spesso come Despartire, romeno per “separarsi”) vengono subito alla mente i My Dying Bride, i primissimi Anathema, i Saturnus, i The Morningside, gli Antimatter… E le ospitate di cui abbiamo accennato poco sopra appartengono proprio a due tra le band appena citate, ossia Aaron Stainthorpe e Mick Moss, che prestano la loro interpretazione vocalica in due pezzi.
“Deepen this Wound”, traccia d’apertura, è un chiaro biglietto da visita dei Clouds contenendo tutti gli elementi che poi ritroveremo anche nelle altre canzoni: momenti di alta poesia musicale affidati alle trame intessute dal violino e da dolci arpeggi di chitarra e l’uso sapiente della melodia al servizio delle emozioni sono gli assi nella manica dei Nostri, ai quali si aggiunge un cantato, quello di Neagoe,in grado di destreggiarsi sapientemente tra pulito e growl profondo (anche se, a detta di chi scrive, è con il clean che il polistrumentista ottiene risultati migliori). Moss e Stainthorpe ovviamente ci mettono il cosiddetto “carico da novanta”, aggiungendo una massiccia dose di pathos a due pezzi, “This Heart, A Coffin” e “In Both Our Worlds The Pain Is Real”, che già da soli valgono il prezzo del biglietto ed alzano subito il livello dell’album.
Tutti i brani sono assolutamente degni di nota, non ci sono sbavature o cali di interesse, e nonostante la pesantezza che il genere impone il disco scorre via agilmente. I riferimenti alle band citate in apertura si sentono, ma non sono mai così palesi: va però riconosciuto che gli amanti dei danesi Saturnus potranno trovare più di una somiglianza nello stile e nell’approccio alla materia messo in campo dai Clouds, ma di nuovo, non sono somiglianze che possono infastidire. La grazia e l’eleganza in questo genere di musica non sono imitabili, sono caratteristiche innate che possono essere messe in campo con semplicità solo da chi le possiede per natura, senza appesantire o risultare pacchiano: e in questo i Nostri vincono la scommessa e portano a casa il risultato. Un esempio di eleganza è la struggente, conclusiva “See The Sky With Blind Eyes”, un vero e proprio inno per i cuori infranti.
Autoprodotti, i Clouds se ne escono con un lavoro di doom atmosferico potente, ispirato, romantico e catartico. Gli amanti del genere non resteranno sicuramente delusi, ma in generale consigliamo l’ascolto di Despărțire a chiunque ami il bello e l’eleganza nel metal: qui avrà di che gioire.
(Autoproduzione, 2021)
1. Deepen This Wound
2. This Heart: A Coffin
3. Your Name in My Flesh
4. In Both Our Worlds the Pain Is Real
5. The Door We Never Opened
6. A Place for All Your Tears
7. See the Sky with Blind Eyes