Immaginatevi in una stanza, o magari, immaginatevi nella vostra camera di quando eravate piccoli, con gli stessi arredi e le stesse cianfrusaglie che avevate, diciamo, a quindici/sedici anni. E’ una gelida mattinata invernale, i campi intorno casa sono totalmente ghiacciati, il sole deve ancora sorgere ma il cielo appare già limpido. Eppoi d’improvviso eccoli i primi raggi, ve ne accorgete perché guardando in controluce intravedete il pulviscolo che fluttua nella stanza, che di colpo è invasa da una luce prima timida, poi sempre più forte e permeante, e già riuscite a sentire il calore di questo sole invernale, che filtrando attraverso i vetri inizia a riscaldarvi.
L’effetto che fa Perfect Light, terza fatica a firma 40 Watt Sun, è proprio questo: una fragile, delicata felicità che timidamente e in punta di piedi si affaccia nella vostra vita, una breve parentesi di poco più di un’ora durante la quale il Nostro Patrick Walker ci parla della vita, dei sentimenti, delle cose di tutti i giorni, e si rivolge a noi come farebbe un fratello o un amico, con un linguaggio che sa essere semplice ma allo stesso tempo poetico. Perfect Light è slowcore, è folk acustico, è cantautorato, è forse anche un po’ post-rock: in generale è emozione pura, è passione e cuore messi in musica. Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi dei Warning, e probabilmente il Nostro è stato in grado di lavorare sulle proprie paure, sulle proprie angosce, e con i 40 Watt Sun è riuscito, passettino dopo passettino, a far trasparire finalmente una luce nelle sue composizioni, un chiarore che sa di speranza e di incoraggiamento. Negli otto pezzi che compongono questo lavoro potrete sentire Jason Molina, i Red House Painters, Jeff Buckley, Sun Kil Moon, gli ultimi Anathema, il folk a stelle e strisce fatto di chitarre arpeggiate e voci calde, il tutto sintetizzato alla “Walker-maniera”, con i tratti ormai distinguibilissimi e tipici del musicista inglese. A livello compositivo l’Artista si è circondato di collaboratori (tra i quali ricordiamo Andrew Prestidge, Roland Scriver, Ajit Gill, Lorraine Rath, Chris Redman), di fatto creando un disco che rispecchia al 100% la sua anima, creato esattamente come voleva lui e curato nei minimi dettagli (la foto stessa di copertina è opera dello stesso Walker).
Emozione pura dicevamo: prendete la traccia in apertura, “Reveal”, una ballata che è quasi una ninna nanna, ma appena vi assopite cullati dai dolci arpeggi riesce a destarvi con un crescendo assolutamente da brividi, caratterizzandosi come uno tra i brani più incisivi del disco (ma è una lotta durissima credeteci). Predominano le atmosfere dimesse e malinconiche: nonostante nella parte centrale del disco si viri verso momenti più ariosi (“Colours” e “The Space in Between”) 40 Watt Sun predilige un incedere più caracollante, nostalgico e pensivo, ma attenzione, sbagliereste a catalogarlo come deprimente, Perfect Light è semplicemente schietto. Il disco parla, racconta storie, ma sa anche ascoltare i vostri pensieri e le vostre esperienze, sa ascoltare i vostri ricordi, sa eventualmente accogliere le vostre lacrime, e sa consolare talmente bene che lo vorrete ascoltare anche quando starete bene, quando tutto vi sembrerà essere a posto. L’esperienza di ascolto sarà sicuramente migliore poi se vi abbinerete la lettura dei testi: poetici, evocativi, ma che sanno toccare corde profonde. Il nuovo lavoro di 40 Watt Sun è proprio come la cameretta dei vostri ricordi: un posto forse perso nel vostro passato, forse adesso diverso da come lo ricordavate, ma in grado di accogliervi e di farvi sentire semplicemente “a casa”.
(Svart Records/Cappio Records, 2022)
1. Reveal
2. Behind My Eyes
3. Until
4. Colours
5. The Spaces In Between
6. Raise Me Up
7. A Thousand Miles
8. Closure