Ognuno di noi nella propria lunga e alle volte tortuosa carriera da ascoltatore ha trovato rifugio, consolazione, felicità e chi più ne ha più ne metta, nel mettere le cuffie e cliccare il tasto play su un brano, album, live della propria band preferita. Allo stesso modo, ognuno di noi sa cosa si prova durante la sfibrante attesa della pubblicazione di nuovo materiale a seguito di un, sempre molto antecedente, annuncio della stessa release da parte della sopracitata band preferita: ebbene sì, questo è il caso dei Cult Of Luna con il sottoscritto. Un’ardua ed estenuante attesa che anticipa la più totale catarsi durante gli ascolti. Il rischio di rimanere delusi a seguito di un hype così alto è sempre dietro l’angolo ma, ovviamente, non è questo il caso. La band svedese, con la propria carriera ormai ventennale fatta quasi solo di alti e di crescendo, non si smentisce: rimane fedele a sé stessa pur rinnovandosi per l’ennesima volta. The Long Road North è un viaggio bellissimo, epico e più che mai cinematografico. Ci si ritrova sperduti nella vastità sonora dei Cult Of Luna, che sorprendono ancora una volta giocando con generi, paesaggi, strumenti e suoni: il post rock più etereo, cenni di elettronica ottantiana e di quella più moderna governata dall’ambient/drone, lo sludge più crudo a cui abbiano mai fatto appello si fondono in quello che è uno stile unico ed inimitabile, una perla di rara bellezza.
Mai i brani sono stati così epici: è come se Vertikal e Mariner avessero avuto un figlio che presenta alcuni tratti somatici non appartenenti a nessuno dei genitori, totalmente nuovi. Mai i Nostri ci avevano dato l’impressione di giungere a certe vette. Una cosa è certa però: stupirsi ed aspettarsi qualcosa di banale da una band di questa caratura sembra quasi sbagliato. E non si parla solo della bellezza e coscienza dei brani dalla lunghezza più consistente: la qualità riassuntiva che hanno i pezzi – che potremmo definire di passaggio – è evidente; è sotto gli occhi, anzi, le orecchie di tutti. Parlare di influenze è parecchio superfluo in questo contesto: la cosa migliore da dire, a mio avviso, è che mai come in questo caso la band è capace di essere la propria ispirazione costante, riuscendo a rinnovarsi ed a inglobare nuovi elementi, riscrivendo la propria carriera rimanendo comunque fedeli al proprio intento. Al contempo però, The Long Road North pare essere un disco “traghettatore” verso quello che sarà l’intento dei Cult Of Luna nei prossimi anni: una proposta cinematica che sappia descrivere paesaggi, emozioni forti, colori, immagini tramite l’uso di architetture sonore a loro affini ed allo stesso tempo appartenenti a mondi mai toccati prima, con l’intelligenza e la sagacia tipica della band svedese. Farei davvero fatica ad inquadrare un solo brano come preferito, l’album è un capolavoro dall’inizio alla fine, non ha momenti morti o meno interessanti: diventerà una pietra miliare per il nuovo tipo di approccio che dà al post metal ed affini. Sarebbe un semplice elenco dei brani dal numero uno al numero nove. La produzione e l’attenzione ai suoni in questo disco è quanto di più clamoroso io abbia sentito negli ultimi anni, sembra di assistere a tratti ad una sonorizzazione anche rumoristica di un western tutto fuorchè convenzionale. Sarà un tributo a certo cinema? Me lo aspetterei da gente come Persson che in quell’ambiente ci lavora e ci è affezionato. C’è una nota stonata in questo disco? Probabilmente no, ma se vogliamo andare a cercare il pelo nell’uovo si potrebbe dire che probabilmente i featuring di Colin Stetson, Christian Mazzalai e Laurent Brancowitz della band francese Phoenix e Mariam Wallentin potevano essere meglio sfruttati e valorizzati, specie quelli di Stetson e Wallentin.
Non mi era mai capitato di scrivere una recensione con così tanto trasporto e tanta facilità. Cos’hanno realizzato i Cult Of Luna? Un capolavoro memorabile. Per approccio, intensità, capacità compositiva, intenzioni, produzione e tutto ciò che si vuole aggiungere. Per l’ennesima volta. Grazie ragazzi. Grazie di farci ascoltare ciò che avete in testa, ciò che avete nelle mani e ciò che avete dentro. Siete un toccasana.
(Metal Blade Records, 2022)
1. Cold Burn
2. The Silver Arc
3. Beyond I
4. An Offering to the Wild
5. Into the Night
6. Full Moon
7. The Long Road North
8. Blood Upon Stone
9. Beyond II