Gli Anna Sage sono una band Parigina da ormai una decina di anni. Hanno rivisitato a loro modo il sound di quel post-hardcore/mathcore americano dei primi anni duemila a me caro. Vi ritroviamo svariate influenze, tra le quali i Converge (di più), i Botch (di meno), The Chariot (forse ancora meno) e i Breach (abbastanza) e, se posso azzardare, i Johnny Truant di imperitura memoria. Nel corso del mio operato come organizzatore di concerti ho avuto anche il piacere di ospitarli e spero di farlo di nuovo. Come da disco, spaziali. Dopo un lungo momento di pausa dopo il loro secondo album, Downward Motion, uscito nel 2018, gli Anna Sage finalmente si ripresentano con un lungo album dal titolo omonimo. L’album è pubblicato dalla Season of Mist e Klonosphere e altre svariate label.
Anna Sage contiene undici tracce fortemente inquadrate nel genere. Questo non significa che però manchino delle novità; la capacità eccelsa dei Nostri è quella di riuscire a mescolare i suoni a loro classici con influenze più post-metal e ambient in modo maturo ed equilibrato e sempre aggressivo. Ci sono chiaramente tante canzoni da puro macello post-hardcore/metallic hardcore come “Sinners Ablaze”, che ha anche un video che usa i colori e le atmosfere della copertina con un risvolto introspettivo e “Hostile Cage”, altro singolo con video; invece altre come “Double Bind” e generalmente la parte finale dell’album dove il post-metal la fa da padrone. Tutto mantenendo una sostanziale dose di aggressività. Le tracce sono tutte corpose, tutte sopra i 3 minuti o quasi e c’è tanto spazio per respirare; sicuramente non risultano claustrofobiche né fatte per sconvolgere. Non aspettatevi pazzie o curve pericolose: nelle tracce vi troviamo invece delle variazioni d’intensità omogenee e ben costruite. L’album si chiude con un lungo brano, “…The Serpents”, che forse ospita la maggior varietà e dove la band si permette un po’ più di fantasia. Dal punto di vista del suono stesso, la produzione è molto rifinita e sa saggiamente far risaltare gli elementi necessari per darci il sentimento che preferisce. La chitarra di Gabriel è molto avanti praticamente tutto l’album, come da classico del genere, mentre il resto degli strumenti accompagnano dando risalto a cassa e rullante. La palette della chitarra è molto ricca visto che incorpora anche tante idee post-metal. Piuttosto sottotono il suono del basso che si percepisce più che altro. La voce di Xavier è eccellente e anche se sostanzialmente canta in due modi, urlato forte e semi parlato, è eccellente in tutto il disco.
Anna Sage è un disco strutturato, pensato, solido e che non può che risuonare familiare sia ai fan dei Nostri che a tutte le persone che ascoltano le derivazioni delle band sopramenzionate. Se magari è un album che non ci offre degli esperimenti pazzi o elementi di ultimissima generazione, sicuramente si presenta maturo e che sa cosa vuole dire e come vuole essere percepito.
(Season of Mist, 2022)
1. The Holy Mice
2. Sinner Ablaze
3. The Deadly Mess Of A Dying Head
4. Loveless
5. V
6. Hostile Cage
7. Lost In A Frame
8. Double Bind
9. Walls Of Hate
10. Silence…
11. …The Serpents