A volte non ci si pensa ma in altri tempi (che sembra ieri, ma in realtà è di trent’anni prima che si parla) la musica che amiamo oggi aveva tutto un altro piglio rispetto a quella odierna, sarà quell’atmosfera di primordialità, sarà quella produzione sporca completamente opposta alle sofisticatezze di ora? Chissà. Ma questo album dei Varathron riproposto dalla Vic porta la mente davvero a un’epoca che non tutti possiamo testimoniare.
Non è facile prendersi la briga di scrivere di un disco, il primo, di una band considerata fra le prime ad aver sperimentato con il black metal: i Varathron sono anche questo, dei pionieri, eh sì perché il black prima del 1989 era agli albori, c’erano giusto i Venom, i Bathory, i primi lavori dei Mayhem che comunque contenevano tracce di thrash, gli Schizo e i Necrodeath, ma nulla di più, tutta roba che doveva ancora diventare effettivo black metal, ma va’ per piacere a sentire la demo Procreation of the Unaltered Evil, quello era black vero. E noi? Tutti a dire “ah sì sì, il black metal puro nasce in Norvegia” …povera Grecia. Ma non voglio star qui a fare il saputo su certe cose che risulta anche sgradevole. E allo stesso tempo è davvero difficile mettersi a descrivere un disco uscito nel 1995, disco che per molti è leggendario, potrei dire per chi non lo conosce ancora che si tratta di una perla di black metal che anticipa di molto i tempi in cui i Cradle of Filth iniziavano a sperimentare nuove vie e a inserire elementi occult rock nella propria musica. È un album ruvido nel suo incedere, opaco nella sua brillantezza. Si tratta di un black metal melodico, fatto di melodie malevole, che non puntano alla fruibilità del prodotto, ma ad accentuare l’atmosfera e, ci riuscivano, ci riuscivano benissimo. Purtroppo fino a qualche mese fa potevamo usufruire di questa musica solo su vinile, supporto che non fa godere di certe frequenze che il cd invece riproduce fedelmente e chiaramente. Ma ora si può quindi prego.
Cosa posso dire di più? Nulla, ripeto si tratta di un porting e niente più, cosa che possiamo apprezzare e di sicuro i collezionisti sapranno titillarcisi sopra, ma alla fin fine non è nulla più che un contenitore di ricordi e vecchie sensazioni dimenticate.
(Vic Records, 2022)
1. Tleilaxu (The Unborn Child)
2. Cassiopeia’s Ode
3. The Dark Hills
4. Mestigoth
5. Birthrise of the Graven Image
6. Redeunt Saturnia Regna
7. Under The Sight of Horus
8. Somewhere Beyond Seas
9. Sic Transit Gloria Mundi
10. Deep Beneath an Ancient Dominion (bonus)
11. Birthrise of the Graven Image – Live in Netherlands 2018