È uno split in salsa “post-” quello tra i Wowod e i Somn: due band russe (di San Pietroburgo), i cui componenti sono anche amici, e che hanno deciso di unire le forze e cercare di estendere così la loro fanbase anche al di fuori dei confini natii. Più orientati verso il post-metal i primi, più ferali e tendenti verso un post-black metal a tratti orchestrale, a tratti cascadiano i secondi, per sei pezzi di fattura tutto sommato buona, che a parer di chi scrive vanno però a premiare i Somn.
Dopo un’intro cinematica à-la Godspeed You! Black Emperor i Wowod rompono ogni indugio con un post-metal lento e pesante, pachidermico nel growling e nell’andatura, per un brano alla lunga un po’ noioso. Il terzo pezzo per fortuna alza decisamente l’asticella della qualità, merito di suoni più liquidi, di un drumming tribale e di un cantato in pulito effettivamente di atmosfera. Echi di Rosetta e di Isis vengono alla mente, mentre il brano aumenta in intensità e piglio fino a sfociare in un bel crescendo che di fatto va a concludere la parte a loro affidata. Di tutt’altra pasta i Somn. Già con l’inizio di “Fracture”, con quei delicati e nebbiosi arpeggi sorretti da una commovente base sinfonica, non possono non venirci in mente gli americani So Hideous, con i loro poetici climax emotivi. E proprio come gli statunitensi il pezzo non tarda a rilasciare la tensione accumulata con una sfuriata di feroce post-black metal in cui tutto sembra essere al posto giusto: screaming, chitarre epiche e taglienti, una batteria travolgente per un’atmosfera gelida che in certe accelerazioni e cambi umorali riprende come già anticipato il Cascadian dei Wolves in the Throne Room. Ma la canzone vive di sensazioni cangianti, ed ecco che alla metà le chitarre perdono la loro forza tagliente per issare muri di sublime e delicato post-rock, che di fatto costituiscono la seconda e conclusiva metà della canzone. E “Reform”, brano finale, segue praticamente le stesse scelte stilistiche, prendendo le mosse dall’atmosferica “Dissolve” che, precedendolo, di fatto ne costituisce un’introduzione. Forse più epico e titanico di “Fracture”, questo pezzo si sviluppa in maniera speculare rispetto alla sopracitata traccia, quindi post-rock prima e ferocia black metal poi, con una coda atmosferica che di fatto va a chiudere anche lo split.
I Wowod e i Somn sono due realtà interessanti che meritano di essere approfondite. Come anticipato, affidandosi a quanto emerge solo in questo disco ci sentiremmo di premiare i secondi, probabilmente più particolari ed emozionanti, in grado di sfruttare al meglio lo spazio a loro destinato, cosa che i Wowod sembrano essere riusciti a fare solo in parte. I due gruppi sono però riusciti a destare la nostra curiosità, e a questo punto è più che consigliato andare a spulciare nei rispettivi Bandcamp per capire cosa effettivamente sanno fare queste due band. Nel frattempo però un plauso alla Church Road Records che ha deciso di puntare su di loro, permettendo a questi ragazzi di uscire dai loro confini.
(Church Road Records, 2022)
1. Wowod – Obrechenie: Prelude
2. Wowod – Obrechenie: Part 1
3. Wowod – Obrechenie: Part 2
4. Somn – Fracture
5. Somn – Dissolve
6. Somn – Reform