Dall’emisfero australe (per la precisione Nuova Zelanda) arrivano i Mammuthus, solido trio doom/stoner rock con un colossale e pesante miscuglio di sonorità dinamiche e eccentriche. Il progetto si ispira ad artisti del calibro di Mustasch e Clutch e tratta tematiche profonde e personali incastrando le melodie grintose della voce ad un groove spietato e ben strutturato. Con l’enorme EP di debutto nel 2020 i Nostri hanno messo subito in risalto un’eccellente vena artistica che si è materializzata in composizioni energiche e furiose, andando a creare un sound originale e moderno. Imperator invece è il nuovo album schiacciante che conferma a pieni voti il loro percorso, un capitolo frizzante che come marcia principale ha un interessante e uniforme stile psichedelico, per un autentico e amorevole viaggio immaginario.
Il brano di apertura “Holy Goat” scatena un riff martellante sopra un tipico timbro stoner, la voce poi si sveglia dal sottosuolo con un tiro acido che va al rilento insieme a una batteria tritaossa e un basso gonfio di oscurità. Un canzone incredibile che dà il via a un segnale macchinoso e atmosferico, grazie a un ritornello melodico e godibile. Segue “Long Drive” e la sua avventurosa tematica spedita hard rock, con la mente che si lascia andare a un deserto bollente e una cavalcata ruvida. La linea vocale qui si cimenta in un testo significativo, alla ricerca di una strada percorribile e sicura, abbracciando la distorsione finale massiccia. “Backdoor” si snoda in un riff iniziale notevole esplodendo a dovere sulla ritmica incendiaria, le accattivanti parole del vocalist Josh Micallef poi risplendono nell’aria con una scrittura vibrante e calorosa. Un brano armonico e orecchiabile, che spinge forte sull’acceleratore ritagliandosi un brillante passaggio. Proseguiamo con un sensazionale impatto sonoro stile Black Sabbath nelle note di “King of the Dead”, un inno violento che rimbomba come un tuono infinito, creando un’energia pazzesca e travolgente. Con “Monolith” rallentiamo la corsa in un arpeggio magnetico di basso, rilassando gli animi in una piccola gemma psichedelica. Una composizione importante e completa, che offre un momento di quiete all’interno di un ambiente sensibile. Prima di chiudere, “Bloodworm” continua il suo approccio su una prima parte silenziosa e si stravolge nella distorsione aggressiva, portando la canzone in una sfumatura cupa e senza vita. “Formless”, ultimo brano del lotto, è un avvincente e deliziosa melodia con una buona dose di delay che avvolge l’affascinante voce sensuale di EJ Thorpe degli End Boss per una preziosa collaborazione.
Imperator è un disco magico e rilassante, che nonostante la sua furia infinita nelle distorsioni da togliere il respiro, riesce a collegare un buon gusto culturale sorprendente.
(Autoproduzione, 2023)
1. Holy Goat
2. Long Drive
3. Backdoor
4. King of the Dead
5. Monolith
6. Bloodworm
7. Formless