Quello di Occult Hand Order è un nome che nel prossimo futuro potrebbe far parlare molto di sé. Il trio lionese è nel pieno di un percorso di crescita che rischia di portarli rapidamente nel novero di quelle realtà che riescono a garantirsi uno spazio di primo piano. Il loro sound – al momento ancora in via di definizione – guarda alla psichedelia più che allo stoner, a cui spesso vengono associati. Per certi versi mi piace pensarli vicino a un certo tipo di post-rock contemporaneo.
C’è molto di quel pensiero lisergico degli anni Sessanta e Settanta nel loro approccio sonoro: i brani sono strutturati secondo un dettame che individua nella libertà di osare il punto focale; le composizioni lunghe e ossessive, mai troppo articolate, dilatate e pressanti. Questo il succo di Silence By The Raging Sea, il loro album di debutto, autoprodotto, che segue i due EP, The Chained The Burned The Wounded del 2020 e Occult Hand Order del 2019. Il disco è inquadrabile come una continua ricerca in vista di quella soluzione sonora definitiva che possa portare all’estasi, al silenzio, al compiacimento, e in ultima istanza all’estraniazione totale.
Come detto, l’album ci presenta una band ancora acerba, sotto diversi punti di vista, ma alle prese con un disco che, se rapportato ai precedenti, mostra una crescita costante. Manca probabilmente ancora qualcosa a livello di personalità per poter parlare degli Occult Hand Order come di una realtà consolidata sotto tutti gli aspetti, soprattutto per quello che riguarda la scelta dei suoni e degli arrangiamenti. Un interessantissimo ibrido da sgrezzare.
(Autoproduzione, 2023)
1. Sink
2. Sailors
3. Pyre
4. Fever
5. Tidal Waves
6. Golden Bones