Spesso capita che realtà indipendenti, senza santi in paradiso, finiscano per essere soffocate – e quindi disperse nell’etere – dall’eccesso di offerta che intasa le nostre caselle mail. Entra quindi in gioco la fortuna, o il fato, a seconda di quella che è la filosofia cui facciamo riferimento, nel momento in cui spuntano dal nulla cassette promozionali come questa degli svizzeri Divine Sentence. La tape di cui parliamo oggi è un piccolo gioiello destinato a tutti coloro che non hanno mai smesso di considerare inscindibile il legame tra musica oltranzista e impegno sociopolitico. Si tratta della seconda uscita su cassetta per il quartetto, a distanza di due anni dall’esordio. Release questa volta confezionata insieme a due realtà antagoniste come Side2Side Records e Bloodblast Distribution.
Da un punto di vista sonoro Promo ’24 mostra una band che sta bruciando le tappe, nel tentativo di arrivare a definire il proprio sound. La loro è una crescita innegabile che li porterà, in un futuro nemmeno troppo lontano, a potersi ritagliare uno spazio – e una visibilità – ancora maggiore. C’è sicuramente un grande lavoro ad attenderli, ma la partenza è molto più che incoraggiante. Oggi i Divine Sentence sono un’ottima live band che sta cercando di limare i difetti e trovare la quadra in vista di un album che consideriamo tanto imminente, quanto necessario, ma che non deve costringerli a bruciare le tappe, col rischio di rovinare tutto. Hanno dalla loro – complice anche un’età media bassissima – un futuro comunque roseo che li attende, garantito da un potenziale esplosivo enorme.
Da un punto di vista concettuale invece ci piace sottolineare come la band abbia le idee chiarissime. Schierati in modo netto a tutela delle donne, in ogni ambito, sia lavorativo che sociale, ma anche musicale. I Divine Sentence hanno scelto la militanza politica, nel solco della grande tradizione HC italiana con cui siamo cresciuti noi figli degli anni Settanta. E, come da tradizione, non si fanno problemi a metterci la faccia. Ma soprattutto credono in quello che fanno, oltre a fare quello in cui credono. Strutturalmente i due brani sono a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, ma con una necessaria, e inevitabile, contestualizzazione che li renda attuali. La loro “azione diretta” non poteva avere altra struttura sonora che questa. Due brani sono pochi ma possono essere più che sufficienti per mostrare a tutti come il loro assalto antispecista sia un tutt’uno con il loro sound aggressivo, intenso, rabbioso, emotivamente caldissimo e coinvolgente.
(Side2Side Records, Bloodblast Distribution, 2024)
1. The Hammer
2. Flames of Justice