Lo sappiamo, arriviamo tardi. Colpa dell’autore di questo articolo che continua a procrastinare in modo patologico qualunque impegno recensivo musicale. Accantonando questo patetico mea culpa, sembra ad ogni modo altamente ingiusto non far conoscere ai lettori – se già non hanno avuto modo di farlo spulciando le classifiche di fine anno scorso, perdonate la sottostima in caso – uno degli esordi più belli e artisticamente densi dello scorso anno, tra l’altro made in Italy. Daniela Pes, sarda, pubblica nel 2023 il suo primo full-length Spira, sotto l’ala protettiva di Jacopo Incani, a.k.a. Iosonouncane, la cui mano in sede di produzione è evidente dato che Spira mostra chiari segni di contatto con gli ultimi lavori del cantautore conterraneo. Un vantaggio avuto però dal ritardo con cui presentiamo questa recensione è che però non solo l’ascolto ha avuto tempo di maturare, ma è possibile anche constatare come questo lavoro abbia ampiamente superato la prova della persistenza temporale, rimanendo un ascolto fisso anche del 2024. Non sembra un risultato da poco in questa epoca di usa e getta di streaming.
Spira presenta sette tracce, una più gemma dell’altra, in cui le sperimentazioni minimaliste memori del primo Battiato si contrappongono a ritmi ipnotici più sostenuti. Le melodie tracciate dalla fantastica voce di Daniela Pes sono ulteriormente evidenziate anche dalla scelta lirica di abbandonare qualunque significato semantico dei testi, mirando quindi a sensazioni emotive guidate da parole italiane e sarde scomposte e disseminate con suoni fonetici che ricreano dei veri e propri mantra liturgici. La parola al servizio pieno della musica, sui dettami di una scuola che parte dai lavori più intraprendenti di Demetrio Stratos e culmina con la gemma assoluta di ( ) dei Sigur Rós. Una parola svuotata di senso e vicina a una idealizzazione platonica che ha l’obiettivo di guidare l’ascoltatore verso lidi commoventi e colmi di espressività, come parzialmente già visto in DIE del già citato Iosonouncane, il quale ha però l’indubbio pregio di aggiungere anche il significato delle liriche alla costruzione dei climax e rendere più visibili paesaggi sonori aridi e salmastri, scegliendo appositamente la parola giusta al momento giusto nella frase giusta. L’estrema attenzione rivolta alla parte vocale non deve però far trascurare il fine lavoro di tessitura musicale compiuto in ogni traccia. La perizia tecnica di Pes è notevole e gli intrecci di chitarre, organi, sampler, sintetizzatori rasentano un gusto melodico fuori dal comune. Il risultato è la creazione di ambienti onirici immersivi che spesso sanno essere delicatissimi così come irruenti nella loro tribalità. Così come viene esplorato il potere melodico del vocale, viene ampiamente esplorato anche il potere poetico del musicale, senza eccessivi fronzoli e tutto parte di un enorme puzzle magistralmente congegnato.
Non ha senso descrivere un track by track di un lavoro che deve essere necessariamente gustato dall’inizio alla fine. Spira rappresenta un viaggio che trasporta verso mondi alieni e un regalo che voi tutti, dotati di sensibilità musicale, avete l’obbligo di farvi.
(Tanca Records, 2023)
1. Ca Mira
2. Illa Sera
3. Carme
4. Ora
5. Làira
6. Arca
7. A Te Sola