I Drown In Sulphur sono una formazione nata nel milanese intorno al 2014 dedita al deathcore classico di matrice statunitense; tuttavia alcuni anni fa hanno subito una grande rivoluzione sia a livello di componenti che di cifra stilistica, motivo per cui sia il primo full-length uscito nel 2021 che il secondo disco, ovvero quello che ci apprestiamo a recensire, hanno ben poco da spartire con gli EP degli esordi. I Drown In Sulphur del 2024 appaiono una band ispirata, dotata di grande carattere ed un sound ascrivibile al death/black metal con pesanti influenze deathcore; per semplificare potremmo dire una sorta di fusione tra Hate (polacchi), Carnifex e Shadow Of Intent, e per inaugurare il nuovo anno hanno sfornato un album nuovo di zecca, intitolato Dark Secrets Of The Soul, quindi bando alle ciance ed immergiamoci nell’ascolto di quest’opera.
Dopo aver premuto il tasto play, verremo accolti da “Adveniat Regnum Tuum”, un’intro dal taglio litanico ove una voce distorta a tratti demoniaca scandisce un sorta di nenia che avanza in un crescendo oscuro e disturbante. Segue “Eclipse of the Sun of Eden”, brano maestoso con un piglio monolitico e stentoreo che ricorda lo stile degli iconici Behemoth: in pochi secondi si verrà investiti da riff incalzanti di matrice death/black, tra ritmiche travolgenti ed up-tempo ficcati; il tutto viene poi spezzato da un breakdown poderoso accompagnato da un growling profondo e cavernoso ad opera del vocalist. Arrivati a “Unholy Light” vedremo gli up-tempo prendere il sopravvento, mentre chitarre e basso intessono una fitta trama ove si percepiscono richiami ai precedentemente citati Hate ed anche agli I Shall Devour; questa mistura riuscirà velocemente a conquistare l’ascoltatore grazie al suo refrain potente ed all’utilizzo di melodie stratificate che ben si sposano con l’anima estrema del pezzo. La successiva “Lotus” cambia le carte in tavola abbracciando un sound simile al melodic-death metal di matrice scandinava, mantenendo l’atmosfera oscura ed allo stesso tempo aprendo verso melodie malinconiche con alcuni vaghi richiami agli Insomnium; I Nostri, però, non hanno dimenticato le proprie radici, ed ecco quindi giungere “Say My Name”, canzone monolitica caratterizzata da un inanelarsi di breakdown muscolosi e riff sincopati dando vita ad un wall of sound poderoso che colpisce diretto con la forza di una palla da demolizione. La conclusione viene affidata a “Shadow Of The Dark Throne” che ritorna sulle coordinate delle prime tracce, mettendo in luce l’ottima preparazione tecnica di tutti i membri della band ed un dinamismo sonoro messo al servizio dell’extreme metal, riuscendo nel non facile intento di creare un sound intenso, furioso ma anche melodico e stratificato.
È con grande piacere che posso promuovere a pieni voti l’ultima fatica dei Drown In Sulphur; all’interno di Dark Secrets Of The Soul sono presenti tutti gli ingredienti in grado di dare vita ad un disco completo, ricco di attitudine e personalità, elementi tutt’altro che scontati nella scena estrema moderna. Non resta dunque che vedere come se la caveranno in sede live.
(Scarlet Records, 2024)
1. Adveniat Regnum Tuum
2. Eclipse Of The Sun Of Eden
3. Buried By Snow And Hail
4. Unholy Light
5. Lotus
6. Dark Secrets Of The Soul
7. Say My Name
8. Vampire Communion
9. Shadow Of The Dark Throne