A distanza di tre anni dall’acclamato Death Velour ricompaiono sulla scena i Ghastly, trio finlandese della zona di Tampere. Mercurial Passages, come accaduto per il disco precedente, verrà pubblicato dalla statunitense 20 Buck Spin Records, già etichetta dei britannici Wode, il 28 maggio. Il genere proposto dai Nostri è un death metal old school dalle forti tinte claustrofobiche e inquietanti, che accompagna l’ascoltatore in un viaggio interiore fatto di visioni da incubo e tetra malinconia, riprendendo tutti gli elementi che hanno reso il precedente disco una gemma rara di death metal oscuro. I riferimenti ad altre band vanno ricercati nel passato, partendo dai Darkthrone del primo disco (quindi dell’epoca death metal), passando per i norvegesi Obliteration, fino agli svedesi Morbus Chron, Edge Of Sanity (quelli più oscuri) e Tribulation (solo il primo disco, prima che prendessero una svolta horror/gothic). La copertina è stata disegnata ancora una volta da Riikka Pesonen, che con la sua arte rappresenta fedelmente la musica dei Ghastly.
Le tracce, durante i 41 minuti di durata del disco, ci offrono sia lenta melodia oscura tipica del death metal old school ( a braccetto con il doom metal) che ritmi furenti e improvvisi, simili ad esplosioni di velocità, avvicinandosi al blackened death metal (tipo Grave Miasma). La voce di Jussi Rajala (aka Johnny Urnripper) è più simile ad un incantesimo che a normali linee vocali, quasi ad evocare entità malvagie che abitano il lato più oscuro della psiche umana; le chitarre sono cavernose, taglienti, dal sapore a tratti psichedelico, creando gelide melodie che entrano nelle orecchie per torturarle. Tutto il blocco sonoro dei Ghastly sembra una bestia addormentata, che piano piano, sin dalle prime note dell’iniziale “Ouroborus” fino alla conclusiva “Mirror Horizon” si risveglia e prepara l’attacco, pronta a lacerare la carne del malcapitato che le si para davanti e lascia l’ascoltatore solo con la propria inquietudine, evocata dall’oscurità che permea da tutti e sette i brani proposti.
Complessivamente il disco è godibile, anche se non indispensabile e, pur non offrendo nulla di nuovo, possiamo tributare un plauso alla band, perché si sente che mettono il cuore in ciò che fanno. I Ghastly hanno aperto le caverne spettrali della mente e hanno vomitato tutto l’orrore che vi era contenuto: buon viaggio nell’abisso.
(20 Buck Spin Records, 2021)
1.Ouroboros
2.Out Of The Psychic Blue
3.Sea Of Light
4.Perdition
5.Parasites
6.Dawnless Dreams
7.Mirror Horizon