(Autoproduzione, 2013)
1- The Long Road
2- Before I Die
3- Red Max
4- Outside
5- Fire Fly
6- Pray For
7- Fallin’ Down
8- Wild Tiger
9- See Off
10- This Comfort
La mia opinione sulla musica emergente è che prima di fare uscire un disco per farlo valutare, bisognerebbe essere obiettivi. Malauguratamente i Red Max, una band di Ancona nata nel 2005 si definiscono “fautori di un heavy sound” con strutture che ricordano i Soundgarden, C.O.C. e Down.
Purtroppo per loro, neanche la copertina si può avvicinare ad una qualsiasi circostanza che richiami lo stoner, il southern rock o il grunge delle sopracitate band. Direi che la mia prima impressione dopo il primo ascolto è che il prodotto sia tutto da rifare! Il suono non ha niente di massiccio, compatto ed intrigante, anzi, il livello è paragonabile ad una band esordiente. Non ce l’ho con il genere, per carità, ma l’approccio è palesemente sbagliato. Sia per lo stoner che per l’hard rock, questi generi non sono generi semplici da suonare, soprattutto se si cerca l’estro e la qualità oltre all’originalità. In questo disco manca proprio il gusto, un riff accattivante ed il sound è relativamente scadente.
Dieci brani che superano i quattro minuti abbondanti ciascuno. Si ascolta con la speranza che questo strazio finisca il prima possibile. La qualità della registrazione, oltretutto, non è delle migliori e lo si nota in tracce come “Wild Tiger” dove la sovratraccia di chitarra è saturato in rapporto alla base musicale ed inoltre ricorda un mashup tra una canzone di Vasco Rossi ed un pezzo degli Stone Temple Pilots. Anche a livello di suoni, i volumi sono sbagliati, troppo alte le chitarre in alcuni pezzi, troppo bassa la voce in altre, in sostanza un mix veramente da rivedere. La voce risulta come la brutta copia e mal interpretata di Eddie Vedder e comunque fastidiosa per tutti i 50 minuti di questo album. Il livello grammaticale dei brani è anche questo scadente e la decisione di cantare in inglese non sempre può essere una buona scelta se si incontra qualcuno tra il pubblico che conosce molto bene la lingua d’oltre manica. Alcuni cori, come in “See Off” sono troppo urlati, quasi growl e risultano assurdi e fuorvianti. La batteria è piatta dall’inizio alla fine, e non ricordo un fill in particolare che mi abbia emozionato.
In conclusione, sconsiglio questa auto-produzione per il fatto che prima di tutto è un prodotto di scarsa qualità, nonostante che per il genere non sia richiesta un’eccelsa professionalità, ed infine non è paragonabile a stoner d’epoca o recente, non è grunge, non è heavy, suona come un demo di una band esordiente anni ’90, anche se poi così esordienti non sono.
4.5