Ricordo ancora quando presi Under Siege, disco datato 2014 dei Castle, band americana nata poco prima dell’alba dell’attuale decade. Rimasi piacevolmente colpito dal loro sound, certamente ancorato agli anni Ottanta, ma capace di spaziare tra più campi. La band ha infatti trascinato con forza la propria musica in una sorta di via crucis dei vari generi metallici quali thrash, doom, heavy e compagnia borchiata al seguito, aggiungendole quel groove estrapolato dalla scena heavy rock/stoner che non guasta per nulla. Nel 2016 la combriccola capitanata dalla bassista Elizabeth Blackwell ritorna sulle scene con il nuovo lavoro Welcome to the Graveyard.
Dopo alcuni attenti ascolti si potrebbe dire che l’album si lascia ascoltare piacevolmente, ma purtroppo il giudizio finisce lì. Uno dei problemi forse più grandi del disco è il suo risultare stanco, povero di idee. Persino la voce non è decisa, anzi, appare fin troppo sgraziata, oserei dire svogliata. L’opener “Black Widow” è l’esempio migliore di quanto appena detto, ma parlando in maniera generale il viaggio in cui la band ci porta, pur vantando una buona base di partenza, grazie a riff abbastanza groovy, soffre di troppi momenti “potrei ma non voglio”, salvo risollevarsi con qualche colpo di coda con pezzi come “Veil of Death” oppure “Down in the Cauldron Bog”. I guitar solo sono sempre ottimi, ma in definitiva il disco, per quanto discreto, avrebbe potuto essere molto più interessante. Peccato!
(Van Records, 2016)
1. Black Widow
2. Hammer And The Cross
3. Welcome To The Graveyard
4. Veil Of Death
5. Flash Of The Pentagram
6. Traitors Rune
7. Down In The Cauldron Bog
8. Natural Parallel