In attesa del nuovo album (che dovrebbe uscire nella prima metà del 2017), ecco arrivare l’EP-antipasto Post Society. Il singolare thrash/prog metal avanguardistico dei Voivod, che ad onor del vero è oramai lontanissimo dalla furia degli esordi, in questa opera si tinge di grigio. Va segnalato però che su cinque brani due solamente sono veri e propri inediti, mentre, cover a parte, le tracce rimanenti provengono da due split album (“Forever Mountain” e “We Are Connected”).
Il dischetto parte rombante con la titletrack “Post Society”, un vero e proprio assalto veloce stile Motörhead nel quale si mettono in evidenza il nuovo bassista Rocky (Dominique Laroche) e le vocals acidissime di Snake. Il pezzo, come prevedibile, si evolve, ed il riffing passa dal rock’n’roll ad un sound più marcio e spaziale. Lo stile tanto caro al gruppo mantiene sempre la sua integrità anche quando le sonorità inglobano ritmiche funky, chitarre più cupe e vocals decisamente più drammatiche (“Forever Mountain”). In “Fall” la malinconia cresce ancora e le sezioni strumentali si fanno ulteriormente bizzarre, ma è con la finale “We Are Connected” che si raggiunge il vero climax. Il brano è altamente introspettivo ed allo stesso tempo una critica alla sempre più fredda società moderna. Le melodie si fanno contorte, piene di ansia ed agitazione, ben sorrette da una sezione ritmica cinica e malata. Chiude definitivamente il disco la cover di “Silver Machine” degli Hawkwind, una sorta di saluto al buon Lemmy, che, ricordiamo, cantava proprio nel brano originale, qui omaggiato senza essere stravolto particolarmente (sarebbe stato lecito aspettarsi una rielaborazione più pazza).
La fame per il nuovo disco cresce ancora di più e probabilmente, dato il curioso assemblaggio di brani, ci si troverà al cospetto di un lavoro più cupo e dark, ma sempre con il marchio Voivod. Bentornati!
(Century Media Records, 2016)
1. Post Society
2. Forever Mountain
3. Fall
4. We Are Connected
5. Silver Machine