Quando il gatto non c’è i topi ballano. Mutatis mutandis – magari con un’associazione zoologica differente – questo viene da pensare quando ci si approccia ai Todo Modo. Il terzetto milanese è infatti risultato della collaborazione tra l’attivissimo Xabier Iriondo, che ha percosso la seicorde in tutti i dischi che hanno reso gli Afterhours ciò che sono oggi, Giorgio Prette, che fino a tre anni fa sedeva dietro le pelli della suddetta band, e il cantautore indipendente Paolo Saporiti. Due terzi della band, dunque, è stato colonna portante di una delle compagini che ha dato un volto nuovo al rock italiano, avendo a che fare con l’ingombrante presenza di un personaggio come Manuel Agnelli.
Il progetto Todo Modo sembra dunque rappresentare, per i due, un nuovo sentiero in cui incanalare le proprie urgenze espressive. Con Prega Per Me, secondo album in appena due anni di attività, la band prosegue il discorso iniziato nel primo lavoro omonimo: una congiunzione di punti di vista diversi, quelli di un cantautore folk e di un rumorista imbevuto di noise ed effettistica fino alla punta dei capelli. Proprio tra questi due poli oscilla il sound dei Todo Modo; tra passato e presente si potrebbe dire, semplificando.
Muovendosi all’interno della tracklist è facile riconoscere quali brani propendono più per una parte o per l’altra e quali, invece, riassumono in sé entrambe le caratteristiche. Se da un lato troviamo il blues semiacustico di “Clandestino” e una “Nel Nome Mio” che assume le forme della più classica rock ballad, dall’altro si situano le bordate noise di “Vero” e “La Figlia del Re”, declamate da Saporiti con un non so che di capovilliano, e la conclusiva “La Ballata di Rouen”, spoken word stagliato su un acidissimo e claustrofobico doom al limite del rumorismo. Nel mezzo si colloca una serie di piacevoli episodi come “La Fine del Mondo” o “Non Vedi Che Fa Male”, in cui, mitigando le personalità dei singoli, si arriva ad uno stile che, se da una parte è vicino all’indie rock più classico, allo stesso tempo sembra rendere riconoscibile il Todo Modo-sound. A farla da padrone è, in ogni episodio, un minimalismo compositivo – Iriondo è uno di quei musicisti a cui piace giocare col peso delle note e non con la loro quantità – e ritmico, grazie al drumming asciutto e percussivo di Prette. In questo senso è emblematica “Fino A Farmi Male”, che con pochi elementi risulta epica e ipnotica, e che trova il suo contraltare in una “Non Dite Niente” che rispetto al resto dei brani appare barocca, molto simile agli Afterhours più pop.
Inoltre una produzione saturata, che oltre a rendere più affilate le chitarre distorce la voce, contorna l’album di un’aura meccanica, di una patina grigiastra, quasi accostabile a certa elettronica. Questo feeling da periferia spenta si sposa, paradossalmente, con l’approccio vocale di un Saporiti che di questa periferia racconta le vicende tramite melodie avvolgenti e con una vocalità tutt’altro che distaccata. Il gioco degli opposti, quindi, non si ferma al tipico passato/presente, ma incorpora caldo e freddo, affilato e sinuoso, meccanicismo e sentimento, accessibilità e sperimentazione.
Prega Per Me si presenta, dunque, come un passo avanti verso il perfetto incontro sonoro di due mondi differenti. Siamo di certo lontani da quanto sentito negli album solisti di Saporiti (che, tra l’altro, vedono la collaborazione di Iriondo) sia da quanto scritto e suonato dallo stesso Iriondo in altri progetti come i caustici Buñuel. E’ auspicabile che la band perseveri in questo gioco degli opposti, affinando però l’amalgama del proprio suono, affinché nelle recensioni dei prossimi lavori si possa parlare più dei Todo Modo come insieme e meno dei suoi componenti; nel frattempo non possiamo che prendere nota di un progetto che suona libero, senza staccionate né paletti posti, propriamente indipendente.
(Goodfellas, 2017)
1. La Fine Del Mondo
2. Non Vedi Che Fa Male
3. Clandestino
4. Prendi A Calci I Tuoi Dolori
5. Passaggio A Livello
6. Vero
7. Fino A Farmi Male
8. Non Dite Niente
9. La Figlia Del Re
10. Prega Per Me
11. Nel Nome Mio
12. La Ballata Di Rouen