“32 63N 117 14W”, l’intro di The Optimist, nuovo disco degli Anathema, rappresenta le coordinate della spiaggia di Silver Strand a San Diego, in pratica il luogo raffigurato sulla copertina di A Fine Day To Exit. Il sound, però, non si ispira al variegato disco del 2001 (se non per il concept), bensì al nuovo corso che la compagine inglese ha intrapreso negli ultimi tempi, in particolare tornano alla mente certe intuizioni di Distant Satellites. Musicalmente nulla di nuovo sotto il sole, in quanto compaiono nuovamente quelle atmosfere malinconico/autunnali a cui il loro fedele pubblico è sempre stato abituato incrociate con un certo post-rock o rock alternativo, anche se non è semplice inquadrarli in un genere predefinito.
Nell’album, rispetto al passato, vengono meno le armonie vocali di dischi come We Are Here Because We Are Here per lasciar spazio alle voci singole, in particolare la parte del leone la fa per il 90% Lee Douglas (poco presenti alle vocals i due fratelli Cavanagh) che vola letteralmente in parecchie occasioni. Ma è bene andare per ordine poiché la mole di materiale è molta. Da un lato vi è la voglia di sperimentare; ad esempio in “Leaving It Behind”, minimalista e dalle chitarre soffocate, e la successiva e leggiadra “Endless Ways”, guidata da un’intensa voce femminile, sfruttano un sistema ad incastro come scatole cinesi, inserendo poco a poco gli elementi musicali per poi far esplodere tutto nel pathos totale. Sullo stesso tragitto la disturbante e quasi noise “Wildfires” che seppur interessante non convince appieno assieme alla debole “Can’t Let Go”, unici due episodi meno riusciti che comunque sono solo delle piccole imperfezioni, completamente poi accecate dalla bellezza di brani altamente emotivi come la notturna ed esplosiva “Springfield”, la calda “The Optimist”, piena di orchestrazioni, spesso presenti nel corso del disco, dove le chitarre lavorano al meglio, o anche la jazz-oriented “Close Your Eyes” dalla sorprendente versatilità vocale di Miss Douglas. Si nota un deciso orientamento sonoro meno rock e più votato ad influenze elettroniche unite a parti sinfoniche, il tutto comunque ben espresso grazie ad un mixing/produzione perfetti che amplificano l’intensità della musica suonata.
La finale ed epica “Back to the Start” sembra quasi una dichiarazione di intenti, o forse ricorda che per andare avanti non bisogna mai dimenticare del tutto il passato ed una band come gli Anathema ha fatto semplicemente questo, prendendo il meglio del proprio repertorio per confezionare un prodotto di altissima qualità ed allo stesso tempo diverso. Non un capolavoro ma l’ennesimo grande album!
Per coloro fossero interessati all’edizione limited box edition a questo link troverete un video che la descrive : The Optimist Limited Box Edition Unboxing
(Kscope Music, 2017)
1. 32.63N 117.14W
2. Leaving It Behind
3. Endless Ways
4. The Optimist
5. San Francisco
6. Springfield
7. Ghosts
8. Can’t Let Go
9. Close Your Eyes
10. Wildfires
11. Back To The Start