Trovarsi di fronte al disco di un gruppo che si chiama The Spacelords, della durata di oltre quaranta minuti e suddiviso in sole tre tracce, è un chiaro invito al viaggiare nei più lontani luoghi dello spazio.
Il trio tedesco ha appreso la lezione di gruppi 70’s come Can nelle parti ipnotiche, svecchiando la proposta con aromi dal sapore orientale e una certa predisposizione verso lo stoner, il tutto rigorosamente strumentale. Difficile distinguere un episodio dall’altro, il modo di comporre del combo rende i brani estremamente omogenei, fatti per essere ascoltati uno dietro l’altro. La proposta è contraddistinta da tracce dall’incedere lento, che man mano stratificano layer di chitarra, mentre la sezione ritmica insiste in maniera ossessiva dietro le pelli. Durante i brani arrivano innesti di synth a variegare ulteriormente il suono proposto dal combo.
La cover del lavoro mai come in questo caso è rappresentativa della musica che contiene: un viaggione fatto di psichedelia della migliore qualità. Se amate questo tipo di sound, non fatevi scappare Water Planet.
(Tonzonen Records, 2017)
1. Plasma Thruster
2. Metamorphosis
3. Nag Kanya