Il retro rock (anzi retro prog) colpisce ancora ed ecco un’altra band dedita alla rivisitazione della grande musica del passato. In questo caso si tratta dei Mouth, trio tedesco nato nel 2000 che pubblica un nuovo disco chiamato Floating. Stupisce davvero vedere questo continuo comparire di dischi/bands dedite alla psichedelia settantiana, peccato che molti non abbiano le doti necessarie per riproporle con convinzione.
Fortunatamente i nostri dimostrano di avere un minimo di qualità e personalità invece che ridursi a tiepido revival. Dopo l’intro “Floating (reprise)” dai toni mistico/orientali, che sarebbe la traccia fantasma del precedente album, sorta di ponte con il passato, arriva “Madbeth” una piccola scheggia prog old school con piccole punte acid. Il mood tende ad essere un pochino fiacco ma fortunatamente con il proseguire del disco le cose migliorano. “Homagotago” mescola in maniera sapiente groove e psichedelia (seppur esagerando troppo con il minutaggio sfiorando la ripetitività) mentre la seguente “Reversed” sfrutta un buon tiro pop, wah wah di chitarra ed una venatura space rock decisamente interessante. La band sfrutta al meglio la propria tecnica per creare delle canzoni brevi ed efficaci senza dilungarsi troppo anzi inserendoci anche una ballad dal sapore rustico (“Sunrise”) sempre immersa nei trip mentali oppure delle tonanti bordate hard (“o.t.b.field”). Se non basta ecco comparire l’eco dei Doors nell’eterea “Distance” con un finale altamente sognante dalle pennellate acustiche ed un mix di assolo fumanti e tastiere epiche nella deliziosa “Sunset”. I suoni poi come pure il missaggio sono caldi e piacevoli che riportano la mente agli anni d’oro del genere senza per forza esserne schiavi.
Un album più che buono che farà la gioia degli appassionati degli anni 70’ ma anche a coloro che cercano musica fatta con il cuore. Bel lavoro!
(Tonzonen Records, 2018)
1. Floating [Reprise]
2. Madbeth
3. Homagotago
4. Reversed
5. Sunrise
6. Distance
7. O.T.B.Field
8. Sunset