Bisogna dirlo chiaramente. L’aumento di band dedite allo stoner/doom con voce femminile si sta facendo sempre più esponenziale e purtroppo il livello qualitativo non è esattamente dei più rosei, salvo le eccezioni di chi riesce davvero a fare la differenza. I Besvärjelsen, dal Nord Europa, nel disco di debutto Vallmo rientrano a pieno titolo nel genere sopra indicato senza variegarlo particolarmente se non per timidi inserti psichedelici.
Il primo disco della combriccola nordica è afflitto da non pochi problemi, in primis dalla voce della cantante, davvero scialba ed incolore, alle volte ai limiti della stonatura. Secondo problema è la banalità, in quanto i brani sono davvero statici e banali sia che si scenda nel doom (“Return to No Return”) funereo come pure in innesti alla Black Sabbath (la frammentata ed opaca “Röda Rummet”) o anche nello stoner come in “Öken”. Non si salva nemmeno il mixing, a volte davvero confusionario che non fa risaltare al meglio nessuno degli strumenti tranciando di netto anche quel poco di buono che emerge come la mistico/epica “Under En Svart Himmel” dotata di un discreto duetto voce maschile/femminile. Il difetto probabilmente più grave è che il gruppo non è ancora sviluppato nell’arte della composizione e tecnicamente è fin troppo nella media per poter azzardarsi a creare qualcosa di “potente”. Mancano cose come la scintilla, il groove e la voglia di osare, caratteristiche che se non ci sono almeno vengono compensate dall’energia ma qui manca pure quella. Pezzi come “Mara”, “Falsarium” o “I Skuggan Av Ditt Mörker” denotano una preoccupante mancanza di ispirazione e nemmeno gli undici minuti della finale “Alone” riescono tenere l’ascoltatore sull’attenti con delle derive psych solo abbozzate ed un approccio compositivo che continua ad essere secco e duro come un sasso. C’è da dire che qualche buona intenzione melodica ci sarebbe anche ma viene presto oscurata da troppi cliché.
Un disco che si dimentica in fretta, privo di ritornelli o hook melodici che possano attirare l’attenzione e che cavalca, in maniera troppo goffa, la moda del momento. Così non si va tanto avanti e per ora c’è poco di cui prestare attenzione.
(Suicide Records, 2018)
1. Mara
2. Return to No Return
3. Röda rummet
4. Öken
5. Under en svart himmel
6. I skuggen av ditt mörker
7. Falsarium
8. Alone