Dopo “il Sacrificio”, la prima data del The Vvitch Festival che ha visto presenti Cardiac Arrest, Spectral Voice e Demilich, è toccato invece a Messa, Eagle Twin e Dopethrone continuare il ciclo di date previsto con “il Rituale”, per un concerto dall’atmosfera doom e sludge indimenticabile e dall’energia travolgente.
Vvitch Festival II / Il Rituale
Messa + Eagle Twin + Dopethrone
SOUND – Music Club, Milano
11/10/2018
Messa
Ad aprire le danze sono stati i Messa, gruppo veneto dalle sonorità doom e dark jazz, che hanno pubblicato questo anno il loro secondo LP Feast For Water per Aural Music (qui la recensione). Il loro concerto è stato una climax di intensità e di potenza, in cui hanno alternato brani del nuovo album e del precedente, avvicendando in essi momenti di esplosività e di sensualità estrema ad altri più introspettivi e calmi, creando intorno a loro un’aura di intangibilità, all’interno della quale ogni musicista era assorto, ma collegato agli altri da un filo invisibile. L’apice della loro esibizione è arrivato con
“Snakeskin Drape”, poiché la sintonia e il coinvolgimento tra i membri e con il pubblico era molto più che evidente, per non parlare della vorticosità dei suoni, travolgenti, emozionanti.
Eagle Twin
Il duo Eagle Twin arriva direttamente dallo Utah (USA) ed è composto da un chitarrista/cantante e da un batterista; di recente hanno pubblicato The Thundering Heard dopo ben sei anni dall’ultimo disco.
La loro esibizione è stata serrata, senza esitazioni. Sono stati capaci di travolgerci e condurci nel loro potentissimo viaggio. Anche in questo caso, la sintonia dei musicisti era tangibile e la loro energia era incontenibile. Il duo si è destreggiato molto bene nel creare un’atmosfera doom, attraverso riff sludge e a tratti blueseggianti; inoltre una nota di merito va al batterista che è stato serratissimo (e sudatissimo). La canzone migliore del live, a nostro avviso, è stata “Heavy Hoof”, massiccia e coinvolgente.
Dopethrone
I last but not least della serata sono i canadesi Dopethrone, di passaggio in Italia tra le tappe del loro tour europeo (nel quale sono stati accompagnati in alcune date proprio dai Messa). Sul palco hanno portato perlopiù pezzi del loro nuovo album, Transcanadian Anger, accompagnati tra l’altro dalla new entry (non tanto new, in realtà) Julie, che costituisce un valore aggiunto del gruppo. È una cantante dal viso quasi interamente tatuato e con una espressività e presenza sul palcoscenico da fare invidia e spavento: una forza della natura. Le atmosfere create dalla band sono prettamente sludge, serrate, con suoni distorti e immediati. La loro presenza sul palco è stata imponente e – ad una rapida occhiata – più della metà dei presenti erano assai presi a fare headbanging (me inclusa), creando momenti quasi “onirici”, come su “Miserabilist”.