Forse qualcuno si ricorderà di Frank, film che narrava le gesta di una band dal nome impronunciabile (Soronprfbs) capitanata da un Michael Fassbender che indossava una testa di cartapesta. Pur non raccontando fatti reali, la pellicola metteva in risalto che la musica di una band andava oltre il successo, i fan, le views su YouTube, i like su Twitter/Facebook e che spesso la magia della stessa musica necessitava dei suoi tempi e dei suoi spazi. I danesi Speaker Bite Me, attivi fin dagli anni 90’, ricordano molto quella scalcinata band che viaggiava in un furgone, che suonava davanti a poche persone e suonava uno stile praticamente indescrivibile se non qualcosa che rimanda a band folli a cavallo tra la fine degli anni 60’ e l’inizio dei 70’.
Cinque tracce compongono il qui presente Future Plans, composizioni che faranno venire il mal di testa ai cacciatori di sonorità immediate. Impossibile esprimere a parole le migliaia di dettagli che spuntano fuori da ogni nota. La doppietta iniziale – “Act” e “Sweet Expectation” – ingloba eteree vocals femminili e maschili, rock alternativo (c’è pure qualche rimando ai Muse), post-rock, trip-hop, melodie acide, rumori noise rock disturbanti, trip mentali tra lo space rock e lo shoegaze e si potrebbero aggiungere altri tremila generi senza trovare mai il bandolo della matassa. Se non bastasse arriva il riff grattato di “This Song is Gonna Kill You” (un titolo, un programma!) che si evolve in una psichedelia schizzata che alterna melodie da colonna sonora a detonazioni al limite dello stoner. E se ancora non fosse sufficiente compare “Ruin”, forse la composizione più quadrata del lotto con cesellature melodiche accessibili ed un retrogusto quasi pop, ma è solo una fregatura perché la finale titletrack “Future Plans” cancella tutto presentandosi impenetrabile, scurissima e buia come l’anima di un serial killer. Inquieta, disorienta e piano piano distrugge i pensieri dell’ascoltatore mettendo fine alla sofferenza.
C’è un senso a tutto ciò? Nessuno lo sa. Un chiaro esempio di arte per quei pochi che riusciranno a coglierne la bellezza. Pura avanguardia che seppure immersa nel chaos mostra un modo di fare musica che sta scomparendo. Il voto serve ben poco. Solo per coraggiosi!
(Pony Records, 2019)
1. Act
2. Sweet Expectations
3. This Songs Is Going To Kill You
4. Ruins
5. Future Plans
7.0