Il loro ultimo album, Soon (To Lose La Track, Fuzzy Cluster, Casu Marzu) è uscito a fine marzo e a noi è piaciuto tantissimo. In vista dell’imminente partecipazione al Venezia Hardcore, non potevamo lasciarci scappare l’occasione di fare il punto con i romani Lags. Buona lettura!
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ph. Lucia Iuorio
Ciao ragazzi e benvenuti su Grind on the Road. Intanto volevo farvi i compimenti per il vostro ultimo lavoro e iniziare la nostra chiacchierata proprio partendo dal titolo, Soon. Io l’ho visto come una chiave di lettura dell’album, quasi si trattasse di una sorta di carpe diem affannato e impotente. In ogni caso un discorso sul tempo che è sicuramente un tema forte del vostro universo.
Ciao e grazie! Hai centrato sul tema del tempo come componente forte del nostro universo.
Soon in effetti è un disco che non nasce come concept, ma ha un forte filo conduttore che permane nell’intera tracklist. È un disco che parla di attese, di arrivi e di partenze, di perdite e di nascite, quindi di incertezze. Anche la copertina con un funambolo (per caso) che non si sa bene se arrivi dall’altra parte della corda o meno è fortemente allegorica e rappresentativa del mood generale del disco. A livello strettamente musicale è fatto di canzoni che abbiamo scritto in tre anni prevalentemente in sala prove o durante il tour del nostro primo album.
Ancora una volta avete confermato la scelta di cantare in inglese, il che, quando hai per le mani un album buono come Soon, è certamente una marcia in più per uscire dai confini della penisola. Ecco, che risposte avete avuto finora dall’estero e com’è che i vostri testi sono in inglese (considerando pure il fatto che avete dato pure prova di saperci fare alla grande con l’italiano)?
L’inglese è la lingua con cui siamo partiti ed è forse quella con cui per il momento ci sentiamo più a nostro agio, tutti noi ascoltiamo prevalentemente musica anglofona. Dal disco precedente abbiamo riscosso un discreto interesse all’estero anche da parte di realtà blasonate come Stereogum, con Soon invece abbiamo avuto l’attenzione di Consequence of Sound. Insomma ci piace l’idea di essere accessibili oltre i confini nazionali, abbiamo anche un’etichetta che ci stampa e distribuisce in UK e per fine anno stiamo organizzando il nostro primo tour europeo in collaborazione con una piccola realtà che si chiama YUMMY TRUFFLES COLLECTIVE. Tuttavia abbiamo trovato interessante l’idea di provare a esprimerci anche nella nostra lingua madre e potrebbe essere anche una via possibile da approfondire in futuro.
Difatti la bonus track, “Il Podista”, è una sorta di rifacimento di “Showdown” con un testo, diciamo, riadattato per l’occasione. Com’è che è alla fine, e quasi di nascosto, è spuntato questo brano in italiano?
Beh, in realtà è il contrario. Esisteva “Il Podista”, volevamo fosse un esperimento nuovo per noi quello di avere un brano madrelingua sul secondo album. Poi Casu Marzu Records ci ha chiesto la cortesia di fornirgli una versione riadattata in inglese (“Showdown”) e per ragioni di trackilst e produttive ha relegato il brano in italiano in fondo al disco (dove in realtà sarebbe comunque stato posizionato sin dagli albori) e in qualità di bonus track.
L’inglese Casu Marzu, che ha curato le cassette di Soon, è pure una bella occasione per ricevere una distribuzione di più larga scala e portare più agevolmente fuori la vostra musica. Come è nata questa collaborazione e che storia c’è dietro il processo di pubblicazione di Soon?
Siamo molto felici di questa partnership con Casu Marzu, di cui Soon è molto orgogliosamente l’uscita 001. La storia è questa, con Pilot avevamo iniziato una collaborazione con un ufficio stampa britannico che si chiama Prescription PR, da questa collaborazione è nata un’amicizia con Will Wincent (uno dei soci), è venuto a trovarci in italia più volte, si è innamorato dei supplì e ha deciso di fondare un’etichetta e di stampare il nostro disco, distribuirlo all’estero e di farci da press agent per uk/usa. In italia invece abbiamo sempre il nostro patron Luca Benni di To Lose La Track che ci sostiene, ci supporta, ci sopporta, ci pubblica, e ci distribuisce con Audioglobe. Per Soon dobbiamo anche ringraziare Fuzzy Cluster Records, piccola realtà del nordest che ha supportato la pubblicazione del disco. È un disco covato, nato e cresciuto negli ultimi tre anni di vita della band.
Mentre per Pilot avevate fatto una versione in vinile, Soon è stato pubblicato solo in cassette e cd. E questo proprio in un periodo in cui invece il vinile va alla grande. Come mai questa scelta, è prevista pure una ristampa in vinile?
Con il disco vecchio abbiamo praticamente terminato le copie CD in tempi record, mentre abbiamo faticato un pochino di più a vendere i vinili; per questo motivo le nostre etichette si sono concentrate più su un supporto piuttosto che un altro. Non escludiamo che prima o poi Soon possa venir ristampato in vinile, ma per adesso non è in programma, dipenderà tutto dai prossimi mesi e dagli ordini. Sono decisioni che non dipendono necessariamente da noi, ma da chi investe soldi nel supporto e nella stampa.
Mi pare di aver capito che quando Andrew ha i suoi impegni professionali e i Lags hanno un live, c’è comunque qualcuno che lo sostituisce alla batteria. Il che ha comunque delle implicazioni nell’economia della band: doppie prove, trovare la disponibilità di un batterista di fiducia, come anche, laddove l’identità di una band si forma anche per via di esperienze condivise, con il tempo viene a crearsi una disparità di esperienze. Come le gestiscono i Lags tutte queste cose?
È molto complicato e stancante sicuramente, ma non possiamo comportarci diversamente. Sin dall’inizio abbiamo sempre saputo che Andrew aveva difficoltà palesi nel gestire la band a 360°. Ha una vita troppo diversa dalla nostra, con impegni che determinano la sua totale dedizione e costanza. Però conosciamo anche il valore aggiunto in studio e live che un batterista del genere può apportare, per cui stringiamo i denti e ce lo godiamo quando possiamo: uno come lui in fase di scrittura e dal vivo fa davvero la differenza. Per adesso possiamo ritenerci fortunati, abbiamo sempre trovato amici molto bravi disposti ad aiutarci in modo encomiabile. Persone con le quali esiste un rapporto umano prima ancora che musicale, quindi pensi quasi di aver inserito un nuovo membro nell’organico e che partecipa attivamente alla vita della band. Abbiamo iniziato tutto con Flavio per poi passare da Lorenzo e Alessandro fino ad arrivare a Filippo, nostro attuale turnista, che ringraziamo ogni volta per l’impegno e la dedizione.
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ph. Lucia Iuorio
Parliamo di live allora. Fra poco suonerete al Venezia Hardcore, poi vi muoverete con un tour?
In realtà siamo in tour da Marzo e fino a luglio abbiamo una quindicina di date prevalentemente al centro/nord. Non mancheranno alcuni festival e siamo felicissimi di suonare per la prima volta a Venezia Hardcore, festival e realtà più unica che rara in italia e di cui noi tutti siamo appassionatissimi fan. Faremo anche l’Italian Party, il Solidarock in Lombardia e per gli aggiornamenti basta spizzare i nostri social, ci trovate scrivendo wearelags su instagram e facebook.
La musica dei Lags è ricchissima di spunti ed influenze, quali sono stati i modelli che avete tenuto in considerazione nella costruzione del sound dei Lags
Hanno scomodato tanti paragoni illustri finora. Non possiamo non prescindere dai nostri modelli di riferimento del genere, quindi At The Drive-In, Fugazi, Hüsker Dü, ma anche Sparta, Rival Schools, Quicksand. Il nostro sound si è maggiormente stratificato rispetto al disco d’esordio, molto è dovuto alla scrittura in sala prove, molto anche al lavoro che abbiamo fatto allo Jedi Sound Studio di Roma con Jesse Germano, che salutiamo e ringraziamo. In generale ci siamo divertiti a mettere tanto di quello ci piaceva e quello che siamo senza restare incastrati negli stilemi o alla peggio nei clichè del genere. Dentro Soon puoi trovare groove metal che vanno a braccetto con chitarre post-punk, con echi 80’s o con riff rock’n’roll. È un disco corale e allo stesso tempo urgente, ognuno di noi ci ha messo dentro qualcosa di suo.
A un certo punto, dopo aver ascoltto l’album alcune volte, ho iniziato a sentire la necessità di avere i testi sottomano, per seguirvi e per cantare anch’io. Continua a sfiggirmi però almeno una cosa. Cos’è il proiettile magico?
Nel testo ci sono due parole che in realtà hanno significati simili.Silver Bullet e Magic Bullet, che potrei tradurre con questo termine: PANACEA. “La vita è la vera soluzione? È il sonno l’unica panacea?”
La canzone parla della frustrazione di vivere in un corpo malato, minato da una malattia non curabile, e dell’impossibilità di poter scegliere il proprio destino. Vivere accanto ad un malato terminale è un’esperienza terribile quando non si è credenti e non si concepisce il dolore come un volere di dio, ma soltanto come un’enorme sofferenza senza senso. O meglio, può essere un’esperienza formativa per chi assiste, ma non per chi vive in prima persona la malattia e l’imminente fine. È una riflessione sulla libertà e sull’impossibilità (legale) di poter scegliere di che morte morire, senza dover attendere che la natura faccia necessariamente il suo corso.
Noi abbiamo finito, grazie della disponibilità. Potete chiudere come volete.
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