Gli elvetici Ventura con il loro terzo lavoro confermano il loro incondizionato amore per gli anni 90 spostandosi in territori più vicini allo shoegaze piuttosto che al noise del precedente We Recruit rilasciato sempre dall’etichetta Africantape nel 2010. Le chitarre rimangono distorte e dissonanti ma il mood generale è più sognante e plumbeo. “Body Language” racchiude in sè fragilità e potenza con un basso distorto e pulsante. La voce languida di Philippe Henchoz si contrappone al riffing abrasivo di “Corinne” creando un ottimo connubio tra un vero e proprio muro di feedback e sussurri che feriscono più di grida. La lunga cavalcata “Amputee” dimostra le doti tecniche del gruppo proponendo ritmiche vicine agli Shellac ed un grandioso crescendo finale. Echi degli Slowdive di Souvlaki possono sentirsi nella traccia “Exquisite & Subtle” la perfetta chiusura dell’album. Al combo di Losanna bisogna riconoscere di essere riusciti a trovare una strada personale nonostante le riconoscibili basi di partenza. Bravi.