Era un sabato durante un grigio agosto norvegese in quel di Bergen. Quel giorno il sottoscritto si trovava allo USF, centro culturale che ospitava il Beyond The Gates Festival 2019, proprio per ascoltare in anteprima il nuovo lavoro di Costin Chioreanu, Afterlife Romance, che vede come ospite speciale alla voce la greca Sofia Sarri. All’epoca non fui entusiasmato, complice la stanchezza e la presenza di Abbath degli Immortal con cui si fece due veloci chiacchiere. Il disco uscì dalle casse ma non fece impressione. Ci si segnò di riascoltarlo in situazioni più tranquille come in questo caso.
Costin è un artista a tutto tondo (da citare le sue copertine per Arch Enemy, Arcturus, Darkthrone, At the Gates, Grave, Primordial, Paradise Lost, Napalm Death) e questo suo nuovo disco sfugge ogni possibile catalogazione. Si potrebbe definire avant-garde, ossia tutto e niente, si aggiunga poi una voce particolare come quella di Sofia e ci si troverà ad ascoltare della musica bella tosta e non di facile comprensione. La carne al fuoco è tanta e potrebbe piacere a tanti come a nessuno. È un tipo di arte molto trasversale come l’art rock sghembo di “Dance on the clouds floor” con il suo groove trascinante e gli inserti psichedelici, il soul in crescendo di “A Blooming Moonflower” tra schitarrate rock e sinfonie malsane, le follie strumentali di “The Glow Made Us Go”o anche la gotica e straniante “Sulphur Promenade” piena di inserti tribal/jazz. L’ascolto è impervio, pieno di ostacoli a partire da una produzione decisamente lo-fi, molto grezza e i vocalizzi particolari di lady Sarri così ombrosi e teatrali non aiutano certo a rendere il tutto facile. Si prenda ad esempio “The Gardenian Night Shift” con il suo mood dark ed introspettivo pieno di pennellate chitarristiche molto sperimentali che offre al suo interno una versatilità generale non indifferente dove ogni musicista coinvolto può esprimersi liberamente. Nelle melodie saltano fuori gli Opeth più malinconici o anche gli ultimi Anathema (“Thanatoguards”) per quelle visioni così grigie e dal tocco tragico. È musica nella sua concezione più pura ed in quanto forma d’arte necessita tempo e dedizione. L’ascolto procede abbastanza bene e con la giusta fluidità seppure alcune tracce facciano fatica ad ingranare risultando quasi un autocompiacimento che non una via di comunicazione.
Se siete audaci buttatevi nell’ascolto, in caso contrario consigliamo di fare un tentativo, perché album come questo meritano senz’altro una possibilità!
(Dark Essence Records, 2019)
1. The Gardenian Night Shift
2. Sulphur Promenade
3. Dance on the Clouds Floor
4. A blooming Moonflower
5. Dreadwatch
6. Thanatoguards
7. The Glow Made Us Og
8. Classified at Dawn
9. Kermes (CD & digital only)