I francesi Mars Red Sky sono sempre stati una sorta di mosca bianca nel giro dello stoner rock. Il loro particolare approccio melodico decisamente lontano dagli stereotipi duri del genere non li ha comunque resi meno importanti, anzi sono una band abbastanza conosciuta e consolidata. The Task Eternal è il quarto disco in oltre dieci anni di carriera, segno che la band ha sempre voluto curare non poco i propri lavori. Ma non è tutto oro quel che luccica.
Il trio di Bordeaux in questo disco cambia in parte le carte in tavola presentando un sound sporco e più distorto ma che non convince, in quanto sembra più un’opera di mestiere che non qualcosa ispirato. “The Proving Grounds” parte fumosa e stordente, molto fredda per poi virare sulle atmosfere oniriche a cui la band ha abituato gli ascoltatori (coinvolgenti anche i giochi ritmici sul finale), in particolare le vocals basate su tonalità alte al limite del pop. La seguente collector ricalca la mano su di un riff massiccio ma stavolta pregno di groove che fa da collante per un rock desertico pieno di assoli hendrixiani. Fin qui nulla di eclatante, ma nemmeno pessimo. Purtroppo ad un certo punto qualcosa si inceppa con l’accoppiata “Recast” e “Reacts” che virano verso lo space rock e la psichedelia ma paiono troppo spente e scontate anche nelle parti più d’assalto. “Crazy Hearth” non riesce ad impressionare e abbassa sempre di più l’interesse salvo poi risollevarsi (ma per poco) con l’epilogo sognante di “Hollow King” e qualche momento visionario della discreta “Soldier ON”. La ballad “A Far Cry” accarezza gli animi ma sembra più un contentino che una vera e propria chiusura. Il gruppo pare aver perso la sua musa, la sua eleganza nelle melodie e quella raffinatezza tipicamente francese che li rendeva particolari e forse unici. Anche le stesse bordate stoner paiono innocue, come se avessero perso la propria forza interiore.
Dispiace dirlo, ma il nuovo album dei Mars Red Sky non è all’altezza delle aspettative regalando un lotto di brani in stile “vorrei, ma non posso”. Si spera che nel prossimo lavoro si torni ai livelli qualitativi del passato.
(Listenable Records, 2019)
1. The Proving Grounds
2. Collector
3. Recast
4. Reacts
5. Crazy Hearth
6. Hollow Kings
7. Soldier ON
8. A Far Cry