Il fatto che il punk non sia mai passato di moda è ormai assodato e lo dimostrano i Raspberry Bulbs, gruppo newyorkese che, dopo una pausa durata sei anni, torna con Before the Age Of Mirrors, uscito via Relapse Records.
L’album è composto da dodici tracce, di cui quattro sono dei brevi interludi. Il principale genere musicale di afferenza è il post-punk e punk lo-fi, costruito attraverso ringhi grezzi di chitarre e muri di distorsione sonora. Gli interludi, invece, rievocano i paesaggi sonori tipici del post-metal, ma sono ravvivati con tamburi dalla ritmicità tribale. Particolarmente pregevole è la prima traccia dell’album, “Spitting From On High”, la quale si caratterizza per l’utilizzo delle doppie chitarre che stratificano il suono in maniera sorprendente. “Ultra Vires” è una delle canzoni più incalzanti dell’album grazie ai suoi continui cambi di ritmo e di velocità, “Doggerel” invece ha un’anima più post-punk e ricorda perciò i londinesi Idles. “Midnight Line” è prevalentemente strumentale e il riff, grunge echeggiante, dell’ultimo minuto della canzone potrebbe uscire direttamente da In Utero dei Nirvana. Per quanto riguarda i testi dell’album, essi sono crudi e tendono a voler dimostrare la malignità insita nel genere umano attraverso differenti metafore, come quella usata in “Doggerel”: un cane fatto a brandelli da un cinghiale. In “Reclaimed Church” si afferma che “The man who appears as a dog / Has the blood of a dog”, evocando ancora una volta la metafora del cane.
Ascoltando Before The Age Of Mirrors si ha l’impressione che i Raspberry Bulbs abbiano fatto un passo avanti rispetto ai precedenti album e soprattutto che abbiano iniziato a comprendere la loro identità. Questo album è strutturato come il precedente Privacy (del 2014), in cui era già presente l’idea di spezzare l’ascolto con degli interludi, tuttavia presenta un sound molto più pulito (per quanto il punk possa esserlo) e direzionato. Grazie inoltre alla metodologia di registrazione analogica adoperata per gli interludi, la band riesce a catapultare l’ascoltatore direttamente alla fine degli anni Ottanta e al contempo a non risultare annacquata.
(Relapse Records, 2019)
1. Spitting From On High
2. They’re After Me
3. Interlude I
4. Missing Teeth
5. Doggerel
6. Interlude II
7. Midnight Line
8. Reclaimed Church
9. Interlude III
10. Ultra Vires
11. Interlude IV
12. Given Over To History