Anche il Tirolo ha la sua scena musicale e probabilmente una delle più interessanti è rappresentata dal trio chiamato Mother’s Cake che ritorna sotto i riflettori con il quinto album intitolato Cyberfunk!. Chi si approccerà al gruppo per la prima volta probabilmente si ritroverà stordito data la complessità della proposta sonora in bilico fra follia voglia di sperimentare. Il mix musicale è gonfio di tante cose, dal funky al progressive rock passando per la psichedelia e finendo nell’heavy rock; tanti sono insomma gli elementi eppure l’interesse per scoprirli tutti non accenna mai a diminuire.
Non passano molti secondi dall’intro “Tapedeck” che si finisce in uno schizzatissimo vortice sonoro dove quasi tutte le tracce presentano varianti a sé ed in generale idee bizzarre. “Toxic Brother” prepara il terreno con il suo incedere noise intrecciato alla psichedelia acida mentre le melodie sono iper deviate e le ritmiche completamente storte. Ciò potrebbe essere considerata la base da cui prende il via il resto del disco, ma non è esattamente così, in quanto tutto viene completamente rimescolato di continuo imbastardendo il mood con riff di chitarra sporchi e fumosi di matrice stoner/heavy rock ma che non disdegnano mai il giusto groove (“Crystals in the Sky”), atmosfere space rock, schitarrate funk velocissime (“I’m Your President”) che profumano anche delle cannonate dei Rage Against The Machine (la dinamica “The Operator”) o ballad alcoliche e pazze come “Love Your Smell”. In album come questi è difficile dare una veloce descrizione per i continui cambi di umore che partono dalla voce, a volte nervosa ed in altre melodica o pure aggressiva ma è la sezione strumentale che esplode in continuazione tra schegge impazzite come “Gloria”, con il suo finale esilarante, oppure le quasi ballabili “Hit On Ur Girl” e “Lonley Radar” con quei ritmi funky–dance così dannatamente efficaci pieni di melodie pop anni 80’ ma che conservano al loro interno mille stati d’animo che si evolvono e si contorcono tra assolo infiammati e ritmiche indiavolate. L’allucinato trip space rock lisergico “Cybernova” ricorda molto i Pure Reason Revolution mentre “The Beetle” e “Desire” sono gli ultimi tasselli di un mosaico meraviglioso che necessita più di un ascolto per essere interiorizzato. Va detto poi che i brani sono spesso brevi eppure ricchissimi di dettagli ma senza che la cosa pesi sulle spalle dell’ascoltatore.
Cyberfunk! è un piccolo gioiellino di pazzia che dimostra come sia ancora possibile sperimentare al giorno d’oggi risultando sempre convincente con pochissimi momenti “bassi”.
(Membran Records, 2020)
1. Tapedeck
2. Toxic Brother
3, Crystals in the Sky
4. I’m your President
5. Love your Smell
6. The Operator
7. Cybernova – Part 1
8. Cybernova – Part 2
9. Hit on ur Girl
10. Lonely Rider
11. Gloria
12. The Beetle
13. Desire