Il duo svedese A Swarm Of The Sun è una band forse non conosciuta come meriterebbe: non a caso è stato deciso di ristampare, in occasione del decimo anniversario, l’album Zenith per la prima volta in versione vinile dato che in origine uscì solo in CD nel 2010. La recensione prenderà in esame la qualità della ristampa, per l’occasione rimasterizzata da Karl Daniel Lidén (Katatonia, Crippled Black Phoenix, Terra Tenebrosa) ma parlerà anche della musica dato che magari non tutti hanno avuto l’occasione di scoprire il sound di Erik Nilsson e Jakob Berglund, i due mastermind, autori di un particolare post-rock.
Quando ci si approccia ad un album di questo genere è lecito aspettarsi melodie a profusione esposte in maniera tutto sommato immediata, almeno nella maggior parte dei casi. Qui il discorso è ben diverso, dato che il combo nordico si rivela decisamente enigmatico e sfuggente nelle composizioni creando dei pezzi tutt’altro che semplici, puntando invece a creare qualcosa di diverso e alternativo. Le tracce nella maggior parte dei casi sono composte da riff stordenti, melodie minimali e ritmiche leggiadre tranne qualche impennata più apocalittica. Emergono sensazioni piacevoli (il mood celestiale di “Lifeline”) che devono molto anche ad uno stile di cantato sussurrato, mai sopra le righe e sempre ben incastrato nelle venature psichedeliche. Il lavoro di chitarra è decisamente interessante e “fuori dal coro” dato che non si mette mai in mostra ma fa capolino in punta di piedi (le pennellate “nascoste” su basi ritmiche tribali di “This One Has No Heart” o nell’onirico viaggio nell’ignoto a nome “The Stand”) oppure esplode in intermezzi deflagranti come la sporca “Refuge” con i suoi rimandi ai Tool o l’ossessiva “I Fear The End”, e anche in “The Worms Are Out” viene fuori una potenza non indifferente. E’ un disco diverso dal marasma di uscite del genere, un disco forse raffinato e colto ma nel suo essere “da un’altra parte” rischia di risultare ostico per molti e lasciare spaesati. La sua gran forza risiede nel fatto di richiedere attenzione e di invogliare nuovamente all’ascolto; si prenda ad esempio la lunga “Zenith” con quel crescendo apocalittico che spazza via tutto con un cieco furore melodico pregno di tragedia per poi rilassarsi improvvisamente lasciando che il buio inglobi tutto. La titletrack ha diverse chiavi di ascolto ed anche la finale “Reaper” con quel mood siderale è un continuo su e giù tra luci ed ombre in cui viene richiesta nuovamente tanta pazienza all’ascoltatore.
L’ascolto è, infine, spiazzante ma stimolante e questa nuova e curatissima edizione in doppio vinile colorato (con nuovo artwork ed alcune tracce in versione demo) potrebbe essere la giusta occasione per riscoprire musica di qualità.
(Version Studio Records, dunk!records , 2020)
1. Lifeline2. This One Has No Heart3. Refuge4. The Stand5. Zenith6. Repeater7. The Worms Are Out
8. Lifeproof Houses
9. Fear the End
10. Reaper