Il 26 febbraio la Relapse Records licenzierà l’esordio dei virginiani Terminal Bliss, formazione nata poco più di un anno fa che tra le proprie fila conta membri di Iron Reagan, City of Caterpillars e Pg. 99, e che suona un hardcore punk classico e incazzato, senza vergogna di mostrare le proprie influenze sia dal punto di vista musicale che da quello dei temi trattati.
I ragazzi fanno un bel po’ di casino e lo sanno, la loro proposta non ha particolari pretese se non quella di farti buttare su è giù la testa per tutti e dieci i minuti di durata del lavoro e quella di metterti addosso una voglia indecente di tornare ai concerti per spalmarti ben bene col sudore degli sconosciuti. Se si va oltre l’urgente bisogno di pogo di chi vi scrive ci si accorge che i testi dei dieci brani che compongono l’EP sono tutt’altro che banali: i riferimenti distopico-fantascientifici sono evidenti (si vedano “Dystopian Buffet” o “March of The Grieving Droid”, lo stesso artwork tenebroso e glitchato) e, insieme all’esplicita critica al sistema socio-sanitario americano di titoli come “Clean Bill of Wealth” o “8 Billion People Reported Missing”, danno un’idea di quanto per i nostri sia importante scrivere musica sul pezzo, che non possa astrarsi eccessivamente dalla realtà che ci circonda e su cui, mai come oggi, è importante che qualcuno ci spinga a riflettere. Esiste fine più nobile per un artista? Se devo cercare qualcosa che non mi ha convinto in un album che, lo devo ammettere, mi ha divertito e coinvolto non poco (forse anche grazie alla propria brevità), devo parlarvi della produzione, oggetto di un’artificiosa ricerca di un suono sporco e “underground” ma in realtà troppo curata per un album di questo taglio. La Relapse uno scherzo l’aveva fatto con l’ultimo dei Full of Hell, e ascoltare musica di un certo genere e con un certo background con un suono così curato e chirurgico è come pensare che Jack lo Squartatore ammazzasse la gente col Miracle Blade.
Sulla pagina Bandcamp della band ho letto che le registrazioni di Brute Err/ata sono iniziate dopo solo cinque incontri in sala prove. Mi ha divertito pensare che questa cosa sia nata di getto, frutto della passione dei musicisti coinvolti e pure, immagino, di una bella dosa di giramenti di palle che tutti si portavano appresso. Mi piace la musica che nasce d’impulso, musica concreta e, sarebbe meglio, imperfetta e sporca, che sa del sudore dei concerti evocati qui sopra. Che sa di roba vera.
(Relapse Records, 2021)
1. Clean Bill of Wealth
2. Anthropomorbid
3. Dystopian Buffet
4. The Ominous Hum
5. Small One Time Fee
6. 8 Billion People Reported Missing
7. Tumoresque
8. Discarded Wallet
9. March of The Grieving Droid
10. Hidden Handed Artificial Harassment Experiment Run Amok