Ho sempre provato una enorme ammirazione per quei gruppi capaci di comporre un album che mi colpisse alla fine, rivelandosi per quello che è solo al proprio termine, come a stabilire, nel proprio piccolo, delle regole per la musica tutta, affermando che neanche una nota, neanche uno stacco può andare sprecato o essere tralasciato, fino alla conclusione emblematica. È il caso, pur senza tirare in ballo discorsoni sui massimi sistemi della musica come ho sgangheratamente fatto qui sopra, del secondo lavoro dei parigini Bain de Sang, il breve Sacrificed For A Load Of Filth And Lies, uscito per Terrain Vague nel settembre dello scorso anno. Mettiamo subito in chiaro le cose, così vi giustifico l’introduzione: sono 6 tracce che a mala pena superano il minuto seguite da una, la settima, di tre minuti e mezzo, che non c’entra nulla con le altre ma che ci sta, per qualche oscura cabala francese, da dio.
I primi otto minuti di album sono un inno da fogna metropolitana (di quelle che fanno uscire il fumo dai tombini come nei film) al grindcore e al powerviolence più beceri, le influenze sono molte e vedono uno schierarsi di forze che va dagli onnipresenti maestri del genere come Napalm Death e Repulsion a proposte più moderne come gli americani Nails, le cui influenze hardcore è facile ravvisare in “Terror” o nella più articolata “31G”. La batteria metallica, la strumentazione super effettata, il riffing serrato e slabbrato (iconica la devastante “No Guillotine, No King”) e le vocals laceranti danno un pretesto a tutti gli appassionati del genere per buttarsi in questa release davvero aggressiva e ben fatta. Si arriva così a “∔∔∔”, come uno strato di glassa su questa torta di lamiere. E come glassa il brano è denso e appiccicaticcio, con le sue distorsioni drone che inglobano samples che ricordano il finis di Universal Death Church dei Lord Mantis o le divagazioni american-folk dei The Body, in un dilatarsi granuloso e inquietante che non lascia un sano dolore nelle ossa come un banale album powerviolence ma un senso di insoddisfazione e inquietudine, sentimenti ben peggiori del banale spossamento.
Sacrificed For A Load Of Filth And Lies è qualcosa più del solito ben eseguito album grindcore, e a farcelo capire è proprio quell’ultima traccia con le tre croci rovesciate nel nome, che ci sia attacca addosso e non ci lascia più, una resina color sangue che solo alla fine del tutto rivela il vero significato di un lavoro che vive di una malvagità più subdola e persistente di quella dei riff potenti o delle pelli percosse.
(Terrain Vague, 2020)
1. Death Trap
2. No Guillotine No King
3. Cloudburst
4. Fear the Cross
5. Terror
6. 31G
7. ∔∔∔