Il Canada è, da molto tempo, uno degli epicentri del black metal oltreoceano (il debutto dei seminali Blasphemy risale addirittura al 1990) e, addentrandoci nel territorio canadese per entrare più nello specifico, una delle regioni che maggiormente ha contribuito a tenere alta la bandiera dalla foglia di acero nell’ambito del nero metallo è sicuramente il Québec. In questa regione, che per cultura e istituzioni si diversifica dalle altre della nazione, è presente una vivissima scena black metal, in cui Sorcier Des Glaces, Forteresse, Monarque, Gris, Neige Et Noirceur e Csejthe sono solo alcuni dei nomi più conosciuti. Da questa stessa regione, e più precisamente da Montreal, provengono gli Spectral Wound, il cui debutto Terra Nullius risale al 2015; A Diabolic Thirst, pubblicato da Profound Lore Records, rappresenta il terzo capitolo della loro carriera, preceduto dall’ottimo Infernal Decadence del 2018.
Questo ritorno discografico rappresenta l’apice artistico della band; se il precedente disco era di buona fattura, questo amplifica in maniera smisurata il loro potenziale, incoronando A Diabolic Thirst come uno dei potenziali migliori album black metal del 2021. Sei inni trionfanti e feroci lo compongono, rinnovando e ravvivando il black metal di stampo melodico tanto in auge tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni ’00; melodie, appunto, che raggelano il sangue, un monolite di suono massiccio e dai toni aspri, sporco, violento, minaccioso, alienante ed evocante oscuri scenari, ecco riassunto il suono degli Spectral Wound. Le loro influenze sono da ricercare non tanto nella scena canadese, ma più nella scena scandinava, in particolare in quella finlandese; ricordano molto i Sargeist, con i loro riff veloci, taglienti e melodici, ma sono molto più malinconici e decadenti. Puro e semplice black metal senza troppi fronzoli, sinfonie o contaminazioni è quello proposto dal quintetto a partire dall’iniziale “Imperial Saison Noire”, la quale ci trasporta subito in un turbine di violenza e malinconia, con la voce effettata che si innalza sui riff, creando un perfetto dinamismo. Come già accennato la melodia nei riff la fa da padrona, e “Frigid And Spellbound”, seconda traccia dell’album, ne è un ottimo esempio; il riff entra subito in testa per torturarci il cervello, finché la batteria non parte a manetta in un blast beat furioso come da copione. Il connubio blast beat + mid tempo, che tanto ha fatto la fortuna delle band black metal del passato, è qui rispettato alla lettera, mantenendo comunque una freschezza e mai annoiando l’ascoltatore; “Soul Destroying Black Debauchery”, prosegue sulla falsariga della precedente, con un lavoro di chitarre da lacrimoni, tanta è la melodia drammatica profusa dal duo Sean Zumbusch/Patrick McDowall (quest’ultimo si è occupato anche di registrazione e mix). Chitarre dissonanti all’inverosimile e il continuo martellare del timpano ci accompagnano, quasi a ricordarci una “Raining Blood” grezza ed effettata, verso “Mausoleal Drift”, dall’incedere doom e dall’atmosfera glaciale, lasciando comunque spazio durante il brano alla solita “velocità smodata”; con “Fair Lucifer, Sad Relic” si torna all’alta velocità tout court. In conclusione troviamo “Diabolic Immanence”, il cui riff iniziale ricorda vagamente i cari vecchi Kvelertak, per la melodia molto rock’n’roll, ma non attendiamo molto per l’arrivo del tanto amato blast beat e dei riff melodici in tremolo, alternati a ritmi cadenzati per quasi tutto il brano.
Questo A Diabolic Thirst ci consegna una band con gli attributi, in grado di accompagnare l’ascoltatore per 44 minuti in un vortice di emozioni altalenanti, con un impatto tale che sarà difficile da scordare o confondere. Grazie agli Spectral Wound le melodie rimangono una presenza costante nel black metal e l’intensità del loro suono contribuirà a mantenere accesa la nera fiamma. Che la sete diabolica sia con tutti Voi!
(Profound Lore Records, 2021)
1. Imperial Saison Noire
2. Frigid And Spellbound
3. Soul Destroying Black Debauchery
4. Mausoleal Drift
5. Fair Lucifer, Sad Relic
6. Diabolic Immanence