I Tenue vengono dalla Spagna e tramite una cordata di label pubblicano quello che per certi versi è la cosa migliore che potrete sentire nell’ambito DIY quest’anno.
Se pensate ad un album di un’unica traccia che genere di appartenenza vi verrebbe in mente? Ad alcuni il black metal d’avanguardia e ad altri il progressive più oltranzista. Ci troviamo invece di fronte a oltre 29 minuti di pura visceralità che pesca a piene mani da screamo, crust, math ed emocore. Il tutto in maniera assolutamente incredibile. Territorios non è solo un brano, ma una dichiarazione di intenti: registrato lo scorso anno in piena pandemia il brano è un vero e proprio manifesto esistenziale. La band letteralmente urla contro i soprusi, la mala politica che ogni stato ha dimostrato in maniera ancora più evidente in questo triste periodo. Il brano alterna momenti di incredibile epicità a momenti più furiosi. Dove sempre sovrasta lo scream in madre lingua degli spagnoli. Un basso pulsante ed una batteria nervosa fanno un lavoro instancabile tra cambi di tempo e stacchi feroci. La chitarra taglia e ricama melodie che ti entrano in testa mentre il flusso diventa altro, passando da passaggi ferini a momenti di fragilità e introspezione.
Le idee che il combo riesce a inanellare una dietro l’altra vi lasceranno stupiti. Risulta difficile trovare un solo momento di debolezza nel lungo brano: arriverete in fondo con la sensazione di volerne ancora. In un panorama affollatissimo di uscite come quello dell’ambito screamo/crust gli spagnoli escono vincitori di tutto. Tematiche, suoni, attitudine. Tra i dischi dell’anno.
(Alerta Antifascista Records, Long Legs Long Arms, Pifia Records, Zagema Beach Records, Crust or Die Label, The Plague of Man Records, Moment of Collapse, Mochi Tapes, Tomb Tree Tapes, Chaina Records, 2021)
1. Territorios
8.5