La pandemia globale ha avuto effetti devastanti sulla popolazione mondiale, ma ha sicuramente avuto il lato positivo di concedere molto tempo libero dovuto alle chiusure forzate per la composizione e la creazione di progetti musicali, la cui nascita sarebbe stata in altri momenti impossibile. Proprio in questo periodo di angosciante isolamento è nato il progetto Kryptan, band fondata all’inizio del 2020 dal musicista e compositore svedese Mattias Norman, ex-bassista dei Katatonia e attualmente chitarrista degli October Tide.
I Kryptan nascono per dare vita al desiderio di Norman di lasciare uscire l’anima oscura che cresceva dentro di sé, evocando fedelmente l’aura misteriosa e nera come la pece del black metal scandinavo degli anni ’90, quello di band come Marduk, Naglfar, Dissection, Dark Funeral, Lord Belial e compagnia bella; insieme a lui in questa interessante impresa ci sono alla voce Alexander Högbom, suo compagno negli October Tide ed ex-ugola dei seminali deathsters svedesi Centinex, e alla batteria Samuel Karlstrand, dietro le pelli nella band death metal svedese Wretched Fate.
L’esordio discografico dei Kryptan è rappresentato dall’EP omonimo, pubblicato il 23 luglio di quest’anno dalla francese Debemur Morti Productions, ormai una sicurezza nel panorama del metal estremo mondiale, 4 brani per un totale di 22 minuti di durata influenzati dal black metal norvegese e svedese degli anni ’90, dalla vita e dalle tenebre schiaccianti degli inverni della madre patria Svezia, avvincenti, pieni di energia ed esperienza, accumulata da Mattias Norman in decenni di carriera, vissuti con passione.
Kryptan si apre con “A Giant Leap For Whoredom”, assalto frontale al blast beat, condito da riff maligni ma melodici allo stesso tempo, dove la voce di Alexander e il drumming preciso di Samuel sono allo stesso livello altissimo in cui si trova il lavoro di Mattias; un brano che non sfigura assolutamente con nessun’altra composizione di black metal svedese, breve, intenso e schiacciasassi; la seconda traccia “Bedårande Bran” è una canzone più ragionata, più atmosferica, dove le tastiere si aggiungono per donare pathos ad un brano melodico ma tetro, in cui possiamo trovare mid-tempo, assalti black/thrash e vere e proprie mitragliate di batteria in blast-beat, il tutto condito con il tipico gusto svedese per le trame chitarristiche. Il riff glaciale e melodico di “Blessed Be The Glue” entra subito in testa, accompagnandoci in un viaggio verso la sofferenza, dimostrata anche dall’ottima prova vocale di Alexander, in cui le chitarre si intrecciano per creare vere e proprie sciabolate di melodic black/death che feriscono dentro, deliziando comunque le orecchie. In conclusione dell’EP troviamo “Burn The Priest”, dal titolo esplicito e diretto, come diretto è anche il brano, che riprende l’assalto frontale già attuato nell’opener scaraventandoci addosso riff a profusione, taglienti e melodici, aggiungendo altra benzina al fuoco dell’inventiva di Mattias Norman, mentre Alexander urla il titolo con maligna sagacia.
Pur mantenendo ben salde le radici nel black metal scandinavo dei mostri sacri, nel lavoro dei Kryptan possiamo scorgere la sensibilità melodica derivante dal background di Mattias Norman (attivo anche in realtà death metal come Interment o Moondark) e gli elementi death e doom ben si intrecciano con lo scheletro portante di nero metallo fuso, risultando un valido esempio della nuova ondata di black metal e non un mero tributo all’Olimpo scandinavo (o ancor meglio all’Asgard) del genere. Un album completo dovrebbe essere già in lavorazione e i Kryptan sono ansiosi di poter portare anche sul palco il loro crudo e maestoso esempio di black metal svedese. Non vedo l’ora di poter ascoltare altro materiale dei Kryptan, nuovi e freschi adepti della nera fiamma, che con loro brucia ancora più alta.
(Debemur Morti Productions, 2021)
1. A Giant Leap For Whoredom
2. Bedårande Barn
3. Blessed Be The Glue
4. Burn The Priest